Lo sapevate? Quando a qualcuno diciamo che è una “Cotzìna” stiamo facendogli un complimento?

La lingua sarda è ricca di sfaccettature e può essere tagliente e caustica, quanto simpatica e ironica. Sono numerosi i vocaboli che rientrano in questa descrizione e la parola Cotzìna ne è un esempio. Ma cosa intendiamo quando diciamo a qualcuno che è una "Cotzìna"?
Lo sapevate? Quando a qualcuno diciamo che è una “Cotzìna” stiamo facendogli un complimento?
La lingua sarda è ricca di sfaccettature e può essere tagliente e caustica, quanto simpatica e ironica. Sono numerosi i vocaboli che rientrano in questa descrizione e la parola Cotzìna ne è un esempio. Ma cosa intendiamo quando diciamo a qualcuno che è una “Cotzìna”?
Quando diciamo a qualcuno che è una “Cotzìna”, potremmo fargli un complimento… oppure no! Tutto dipende dal contesto e, ovviamente, dalla nostra intenzione!
La lingua sarda è una meraviglia di sfumature, capace di essere affilata come una lama o dolce come il miele, a seconda di come viene usata. Tra le tante parole che racchiudono questa straordinaria ambivalenza, “Cotzìna” è una vera perla. Ma cosa significa davvero?
In campidanese, “Cotzìna” è, letteralmente, una radice, il ceppo di un albero, un arbusto, o di una qualsiasi pianta. Fin qui, nulla di strano. Ma provate a dire a qualcuno: “Sesi tostau che Cotzìna”. Vi ringrazierà? Probabilmente no. Perché in questo caso lo state paragonando a una radice dura, testarda, impossibile da scalfire… insomma, gli state dicendo, senza troppi giri di parole, che è un bel testone!
Eppure, la bellezza della lingua sarda sta proprio nel suo gioco di contrasti: lo stesso termine può assumere un significato completamente opposto. Infatti, dire di qualcuno che è “bonu che Cotzìna” è tutt’altro che un insulto. In questo caso, lo state lodando, paragonandolo a qualcosa di forte, saldo e resistente: una persona buona, solida e affidabile come una radice ben piantata nel terreno.
Ma Cotzìna non si ferma qui! Il termine può essere usato anche per descrivere un lavoro estremamente faticoso e pesante (“bogai Cotzìna”), un’impresa titanica che richiede sforzi sovrumani. E non dimentichiamo chi, una volta seduto, diventa tutt’uno con la sedia e non si alza più: “ponni Cotzìna”, perfetto per descrivere chi si pianta in un posto e non si smuove nemmeno con le cannonate!
Insomma, “Cotzìna” è una parola che racchiude forza, testardaggine, fatica e bontà, a seconda di come la si usa. Un piccolo capolavoro linguistico che dimostra quanto il sardo sia ricco, affascinante e incredibilmente espressivo.

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