Nella notte, i Carabinieri di Pirri sono intervenuti in un appartamento di via Ubaldo da Paganello, a Cagliari, in seguito a una segnalazione per una violenta lite tra coinquilini.

Secondo le prime ricostruzioni, la disputa sarebbe scoppiata per motivi di poco conto tra un 26enne originario della Guinea e un 33enne di nazionalità nigeriana. Durante il confronto acceso, il più giovane avrebbe afferrato un paio di forbici e colpito l’altro in diverse parti del corpo. La vittima è stata immediatamente soccorsa e trasportata all’ospedale Brotzu, dove i medici hanno valutato le sue ferite come non gravi, con una prognosi di pochi giorni.

L’aggressore è stato denunciato a piede libero e dovrà rispondere delle sue azioni davanti all’Autorità Giudiziaria. Nel frattempo, i Carabinieri di Pirri stanno portando avanti le indagini per ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto.

È il 14 marzo del 1914 quando Giuseppe Leporeddu, arzanese, viene arrestato nelle campagne di Villagrande. I fatti si evincono da un telegramma inviato dai carabinieri di Lanusei al comando della Divisione di Cagliari Esterna (come scritto nel libro, scritto da Giovanni Ricci, Sardegna Criminale).

Sono le 4:30 quando – nei pressi della stazione ferroviaria di Villagrande – due sconosciuti scappano alla vista della pattuglia composta dal brigadiere Milan Fioravante e dai carabinieri Antonio Chessa e Francesco Pisanu.

Al fermo, i due esplodono verso i militari quattro fucilate. Il brigadiere viene ferito al gomito – una ferita comunque lieve, visto che in venti giorni, si dice, sarà guarita – ed è a questo punto che i militari rispondono al fuoco. Uno dei due sconosciuti, forse ferito, fugge montando in fretta e furia a cavallo. L’altro, incolume, finisce in arresto. È Giuseppe Leporeddu, trentaduenne pastore pregiudicato di Arzana. Vengono sequestrati dieci maiali – “ritenuti furtiva provenienza” – e il coltello dell’uomo.