Lo sapevate? Che cosa si sottintende a Cagliari quando diciamo a qualcuno che “Assomiglia a Sant’Arega”?

Sant'Arega è Santa Greca, una delle sante più amate in Sardegna. Perché spesso a qualcuno o a qualcuna viene ironicamente riferito che "Assomiglia a Sant'Arega"? No, non è un complimento. No, non significa che avete un'aura mistica o che siete destinati alla santità. E allora, cosa vuol dire davvero?
Lo sapevate? Che cosa si sottintende a Cagliari quando diciamo a qualcuno che “Assomiglia a Sant’Arega”?
Sant’Arega è Santa Greca, una delle sante più amate in Sardegna. Perché spesso a qualcuno o a qualcuna viene ironicamente riferito che “Assomiglia a Sant’Arega”? No, non è un complimento. No, non significa che avete un’aura mistica o che siete destinati alla santità. E allora, cosa vuol dire davvero?
Sant’Arega altro non è che Santa Greca, una delle sante più amate in Sardegna, conosciuta anche come Grega o Greghixedda. Fu una cristiana vissuta nell’isola tra il III e il IV secolo e, secondo la tradizione, martirizzata in modo decisamente poco piacevole durante le persecuzioni volute dall’imperatore Diocleziano. Si racconta che fu imprigionata, torturata con la flagellazione, sottoposta all’infissione di tre chiodi nel cranio (come se uno non fosse già abbastanza) e infine decapitata nel 304 d.C. Il tutto, ovviamente, perché si rifiutò di rinnegare la sua fede. Insomma, una storia niente affatto allegra. Ma cosa c’entra tutto questo con il detto che ci interessa?
Ogni anno, in suo onore, a Decimomannu si celebra una grande sagra l’ultima domenica di settembre, proprio accanto al tempio eretto nel 1777. E in questa occasione, tutti gli occhi sono puntati sulla statua della santa, che non è certo vestita con umiltà francescana. Anzi. Santa Greca è letteralmente ricoperta di gioielli e monili, tanto da sembrare uscita da una gioielleria dopo un’operazione di saccheggio. Ed ecco che il detto prende forma: se a Cagliari vi dicono che “Assomigliate a Sant’Arega”, significa che state sfoggiando troppi gioielli, troppi monili d’oro, troppi ornamenti in bella vista. Il sottotesto? Un’eleganza un po’ discutibile, una predilezione per il luccichio sopra ogni cosa.
Non ci credete? Basta ascoltare qualche anziana signora sarda mentre, con un’occhiata fulminante e un sorrisetto ironico, esclama: “Oh Gigina, cun tottu cussas cannacas minci parisi Sant’Arega!” Che, tradotto senza perdere la malizia del commento, suona più o meno così: “Oh, piccola Gina, con tutti quei girocolli d’oro sembri proprio Santa Greca!” Detto con affetto, si intende. Forse.

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