La Cagliari che non c’è più: guardate come era il Poetto nel 1930

La Cagliari di un tempo, quella che oggi possiamo solo immaginare attraverso vecchie fotografie e racconti nostalgici, custodisce angoli e atmosfere ormai scomparse, ma ancora vive nella memoria collettiva. Tra questi, uno dei simboli più affascinanti è senza dubbio il Poetto degli anni Trenta, un litorale dall’aspetto completamente diverso rispetto a quello attuale, dove il tempo sembrava scorrere con un ritmo più lento e dove il mare era il fulcro della vita sociale cittadina.
La Cagliari che non c’è più: guardate come era il Poetto nel 1930.
La Cagliari di un tempo, quella che oggi possiamo solo immaginare attraverso vecchie fotografie e racconti nostalgici, custodisce angoli e atmosfere ormai scomparse, ma ancora vive nella memoria collettiva. Tra questi, uno dei simboli più affascinanti è senza dubbio il Poetto degli anni Trenta, un litorale dall’aspetto completamente diverso rispetto a quello attuale, dove il tempo sembrava scorrere con un ritmo più lento e dove il mare era il fulcro della vita sociale cittadina.
Nel 1930, il Poetto si presentava come una lunga distesa di sabbia dorata punteggiata da figure in costumi da bagno che, visti con gli occhi di oggi, appaiono incredibilmente castigati. Nulla a che vedere con i bikini e gli abiti leggeri di oggi: all’epoca, l’eleganza e la discrezione erano d’obbligo anche sotto il sole cocente. Le spiagge erano affollate, ma non si trattava solo di un luogo di svago: il Poetto era il centro di un’intera cultura balneare fatta di incontri, chiacchiere e tradizioni, un punto di riferimento per generazioni di cagliaritani.
Sul litorale si stagliava la celebre Rotonda di legno, una struttura elegante e affascinante, destinata a diventare uno dei simboli di quel periodo. Accanto, il Lido si imponeva come punto nevralgico per chiunque volesse vivere il mare con un tocco di raffinatezza. Ma l’elemento più caratteristico erano senza dubbio i casotti, piccole costruzioni colorate in legno che punteggiavano la spiaggia e che offrivano ai bagnanti un rifugio dal sole, uno spazio privato tra il mare e la città. Queste strutture, tanto amate quanto controverse, sarebbero state rimosse definitivamente nel 1986 per ragioni igienico-sanitarie, ponendo fine a un’epoca che ancora oggi viene ricordata con affetto e un pizzico di nostalgia.
A ridosso della spiaggia, sulla destra, si potevano già scorgere alcune ville che ancora oggi resistono, testimoni di un’epoca in cui il Poetto non era solo una meta estiva, ma un vero e proprio stile di vita. Le alghe, oggi spesso viste come un fastidio, all’epoca erano una presenza costante e accettata, parte integrante del paesaggio naturale.
Guardando le immagini di quel tempo, è impossibile non provare un senso di meraviglia e curiosità per una Cagliari che non c’è più, ma che continua a vivere nei ricordi di chi l’ha vissuta e nelle vecchie fotografie sbiadite, dove il Poetto appare come un piccolo mondo a sé, un luogo di incontri, di tradizioni e di bellezza senza tempo.

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