Comincia questa mattina, in Corte d’Assise a Cagliari, il processo a carico di Igor Sollai, il 43enne che ha confessato l’omicidio della moglie, Francesca Deidda, e l’occultamento del suo cadavere. Il procedimento si svolgerà con rito immediato, una modalità prevista quando le prove a carico dell’imputato sono considerate evidenti. In questa prima udienza, i giudici verificheranno la regolarità delle notifiche e stabiliranno il calendario delle prossime sessioni dibattimentali. Sollai rischia la condanna all’ergastolo.

L’omicidio risale a maggio dello scorso anno, quando Deidda venne uccisa a martellate mentre si trovava sul divano di casa. Dopo un lungo interrogatorio, il 22 novembre scorso Sollai ha ammesso il delitto. La difesa, rappresentata dagli avvocati Laura Pirarba e Carlo Demurtas, nega la premeditazione, mentre l’accusa sostiene che il movente fosse di natura economica: il marito avrebbe voluto riscuotere una polizza sulla vita della vittima.

Il corpo della donna è stato ritrovato il 18 luglio, nascosto in un borsone abbandonato nelle campagne tra Sinnai e San Vito, nei pressi della vecchia statale 125.

Elmas si è stretto oggi attorno alla memoria di Francesca Deidda, la donna tragicamente uccisa otto mesi fa dal marito Igor Sollai. Un’intera comunità ha voluto darle l’ultimo saluto con una cerimonia funebre profondamente toccante, svoltasi nell’oratorio di San Sebastiano, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, unite nel dolore e nel ricordo.

Ad officiare la celebrazione è stato il vescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, alla presenza dei parenti della vittima, degli avvocati e anche di Ignazio Sollai, padre dell’omicida. Numerosi sindaci del territorio si sono uniti alla folla per esprimere vicinanza e solidarietà alla famiglia di Francesca, in un gesto simbolico di sostegno e cordoglio.

Un lungo e commosso applauso ha accolto il feretro sia al suo arrivo che alla sua uscita dall’oratorio, un segno della profonda emozione che ha pervaso i presenti. Il dolore e l’affetto si sono intrecciati, rendendo omaggio a una donna ricordata da tutti con amore e rispetto.

Uno dei momenti più toccanti della cerimonia è stato il ricordo di una collega di Francesca, che dal pulpito ha letto una lettera struggente scritta a nome di tutte le compagne di lavoro. Parole cariche di commozione, che hanno raccontato non solo la professionalità, ma anche l’umanità e il sorriso di Francesca, rimasto indelebile nei cuori di chi l’ha conosciuta.

L’intera comunità di Elmas si è raccolta per testimoniare il proprio dolore e per condannare con fermezza ogni forma di violenza. La vicenda di Francesca Deidda resta un monito e un richiamo all’impegno comune per prevenire tragedie simili e tutelare il valore della vita.