Giurista dal volto noto, spesso ospite su Skytg24 e i tg della Rai per spiegare in modo semplice molte leggi e sentenze giuridiche che modificano l’ordinamento, Carla Bassu- professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato nell’Università di Sassari, dove insegna anche istituzioni di diritto pubblico e diritto pubblico del turismo- ha risposto alle nostre domande in merito alla rivoluzionaria sentenza della Consulta che in data 21 marzo 2025 ha cancellato il divieto per i single di adottare.
“Come cittadina la considero una grandiosa conquista di civiltà. Una sentenza necessaria perché si mette al centro l’interesse del minore estendendo il bacino dei diritti”.
Come costituzionalista le chiedo cosa cambia nel concreto per i single che vogliono adottare?
La procedura non cambia, ci sarà sempre una valutazione caso per caso dei requisiti previsti dalla nostra normativa e da quella del Paese di provenienza del minore. La Corte ha in sostanza individuato un profilo di incostituzionalità della norma vigente che escludeva le persone single, con l’articolo 2 della nostra Costituzione che stabilisce la clausola di apertura che riconosce i diritti di tutti come singoli e nelle formazioni sociali. Non solo, ha preso in considerazione anche l’articolo 117 che vincola l’Italia al rispetto delle norme di diritto internazionale riconosciute dal nostro Paese e dall’Unione europea. In questo senso la norma di riferimento è l’articolo 8 della Cedu che appunto stabilisce diritti individuali nella sfera privata. La Corte ha ritenuto dunque che anche le persone single siano in grado di fornire alla bambine e ai bambini un ambiente stabile affettivo che necessariamente è una prerogativa per l’adozione.
Perché solo per adozioni internazionali e non anche nazionali?
Perché la Corte non è un legislatore ma è intervenuta su una sentenza specifica rimuovendo le norme che hanno un profilo incostituzionale. Per ampliare quindi questo diritto, anche alle adozioni nazionali, ci vuole un atto delle politica che agisca in sede legislativa. E’ un dato che negli ultimi anni riguardo i temi sensibili, i temi dei diritti (uno fra tutti il fine vita), la Corte è costrette a intervenire a causa dell’inerzia parlamentare che di fatto lascia delle lacune che la Corte costituzionale colma. Ma questo non dovrebbe essere fisiologico perché il ruolo della Corte è residuale rispetto a chi ha il potere di legiferare. Quello che questa sentenza fa, come è accaduto anche in passato con altre decisioni di diritto, è quello di chiamare la politica a prendere decisioni tenendo conto degli interessi del bambini e degli aspiranti genitori che devono provare di essere in grado di compiere il loro ruolo genitoriale al meglio a prescindere dal loro stato civile.
Secondo lei la politica interverrà bloccando gli effetti di questa sentenza o possiamo considerarlo un diritto ormai acquisito?
Se la politica fino a ora non se ne è occupata è perché questi sono temi divisivi che non portano voti e che non sono ideologicamente posizionabili con facilità. Però al contrario, proprio questi dovrebbero essere i temi che toccando maggiormente gli interessi individuali- parliamo di minori in stato di abbandono in questo caso- andrebbero discussi e votati in Parlamento. Ora entreranno in gioco posizioni ideologiche e politiche individuali, a mio parere occorrerebbe un’azione politica incentrata sulla responsabilità auspicabilmente interna al Parlamento e appunto una presa di posizione da parte di maggioranza e opposizione che con onestà intellettuale affrontino la questione riconsiderando la normativa vigente alla luce dell’unica cosa che conta, cioè i diritti dei minori. Per me la parola chiave è responsabilità. Ci vuole una classe politica che metta in secondo piano le priorità elettorali e si concentri finalmente sui diritti fondamentali delle sue cittadine e cittadini.
La professoressa Carla Bassu è anche presidente della Scuola di Politiche (https://scuoladipolitiche.eu/), iscritta all’albo speciale degli avvocati docenti universitari del Foro di Sassari, ammessa al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione e magistrature superiori. Attenta alle tematiche dei diritti fondamentali e della forma di Stato e di governo in prospettiva comparata è autrice del blog di divulgazione costituzionale www.appunticostituzionali.com e di numerose pubblicazioni scientifiche in tema di diritto pubblico e costituzionale comparato. In uscita libro per il Mulino “Libertà fondamentali e regressione costituzionale. Perché i diritti non sono conquiste irreversibili”
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