In Sardegna esistono due musei dedicati alla stregoneria: ecco dove si trovano

Entrambi offrono un'immersione nelle credenze popolari, nei riti ancestrali e nei processi dell’Inquisizione, svelando il volto più misterioso della cultura sarda. Ecco dove si trovano
In Sardegna esistono due musei unici nel loro genere che raccontano il legame tra l’isola e il mondo dell’occulto: il Museo della Stregoneria di Castelsardo e il Museo S’Omo ’e sa Majarza di Bidonì. Entrambi offrono un’immersione nelle credenze popolari, nei riti ancestrali e nei processi dell’Inquisizione, svelando il volto più misterioso della cultura sarda.
Il Museo della Stregoneria di Castelsardo
Incastonato nel borgo medievale di Castelsardo, il Museo della Stregoneria rappresenta una finestra sulle tradizioni magiche dell’isola. La sua collezione include amuleti, erbe curative, strumenti rituali e documenti che testimoniano la lotta tra magia e religione nel corso dei secoli.
Le antiche figure delle janàsas, donne sapienti che tramandavano segreti erboristici e formule magiche, erano inizialmente rispettate, ma con l’arrivo dell’Inquisizione spagnola divennero bersaglio di persecuzioni. Tra il XIV e il XVIII secolo, chi praticava guarigioni alternative o riti sospetti rischiava accuse di stregoneria, processi e condanne.
Attraverso documenti storici e testimonianze, il museo racconta il clima di paura che avvolse la Sardegna sotto il controllo dell’Inquisizione, offrendo ai visitatori uno spaccato autentico di un’epoca oscura, dove la superstizione e il potere religioso si intrecciavano per decidere il destino di molte persone.
Il Museo S’Omo ’e sa Majarza di Bidonì: la casa della Strega
A Bidonì, nel cuore dell’Oristanese, sorge un altro luogo affascinante e inquietante: il Museo S’Omo ’e sa Majarza (che in sardo significa “La Casa della Strega”). Situato nell’ex Municipio del paese, il museo è dedicato alla stregoneria, al diavolo e agli esseri fantastici della tradizione sarda.
Tra le collezioni più suggestive del museo vi è un’ampia raccolta di xilografie risalenti tra il XIV e il XVI secolo, che raffigurano streghe e diavoli, immergendo il visitatore nelle credenze popolari e nelle più spaventose maledizioni della storia sarda. Il percorso espositivo attraversa secoli di superstizioni, partendo dalle divinità dei morti adorate dai Romani fino all’epoca dell’Inquisizione.
Uno dei pezzi più significativi del museo è una copia del “Malleus Maleficarum”, il famigerato manuale pubblicato nel 1486 che servì da guida per gli interrogatori e i processi di stregoneria. Questo testo, usato in tutta Europa, contribuì alla persecuzione di migliaia di donne accusate di essere streghe.
Il museo conserva anche una collezione di amuleti e portafortuna contro il malocchio, oltre a formule magiche e pozioni tradizionali usate per curare malattie o proteggersi dai malefici. Tra le pratiche esposte spiccano “sa mixina de s’ogu”, un antico rimedio contro il malocchio, e i “sos fattuggios”, incantesimi per allontanare la sfortuna.
Nel percorso espositivo, i visitatori si trovano di fronte a inquietanti personaggi della tradizione sarda. Tra questi, la spaventosa figura di “Sa Filonzana”, una donna vestita di nero che impugna un fuso, simbolo del filo della vita che può essere spezzato in qualsiasi momento.
Infine, il museo custodisce uno degli elementi più macabri della tradizione sarda: “Su Carru de sos Mortos”, un antico carretto cigolante che, secondo la leggenda, trasportava le anime dei defunti. Si diceva che chiunque lo vedesse sarebbe morto entro l’anno.
Il Museo della Stregoneria di Castelsardo e il Museo S’Omo ’e sa Majarza di Bidonì offrono un’opportunità unica per esplorare il lato più oscuro e affascinante della Sardegna. Tra antichi processi, rituali magici, superstizioni e leggende, questi musei raccontano una storia che va oltre la semplice curiosità folkloristica, restituendo dignità a figure spesso fraintese e perseguitate.
Se siete appassionati di mistero, storia e tradizioni popolari, questi due musei rappresentano una tappa imperdibile per un viaggio nella Sardegna più esoterica e sconosciuta.

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