Lo sapevate che nel 1979 ci fu la prima (e tragica) evasione dal carcere dell’Asinara? Ecco come andò

Per i responsabili del carcere, fu un duro colpo: la “fortezza” che era stata soprannominata la “Alcatraz italiana” aveva mostrato, per la prima volta, una falla nella sua sicurezza.
Domenica 13 agosto 1979, il carcere di massima sicurezza dell’Asinara, noto per la sua invulnerabilità, fu scosso da un evento senza precedenti. Due detenuti tentarono una fuga in quella che è passata alla storia come la prima evasione da una struttura penitenziaria considerata invalicabile sin dalla sua apertura come colonia penale nel 1964. Il mare, che circondava l’isola, era ritenuto un ostacolo insormontabile per qualsiasi tentativo di fuga. Ma non fu così.
I protagonisti di questa drammatica vicenda furono Giampiero Aimo, 21enne di Pavia, e Abbate Santo, 24enne di Catania. Aimo, condannato per rapina con una pena da scontare fino al 1986, si tuffò nel tratto di mare tra Fornelli e l’Isola Piana, convinto di poter attraversare a nuoto quelle acque che separano l’Asinara dalla terraferma. Purtroppo, le sue aspettative si rivelarono fatali. Le correnti, più forti del previsto, lo trascinarono lontano, e il giovane annegò. Il suo corpo fu ritrovato alcuni giorni dopo da un sub al largo di Castelsardo, ancora con indosso due borse dell’acqua calda che aveva portato con sé, forse nel tentativo di proteggersi dal freddo del mare.
Di Abbate Santo, invece, non si seppe più nulla. La teoria più accreditata è che non abbia mai tentato la traversata, scegliendo invece di nascondersi sull’isola stessa. Le condizioni del mare quel giorno erano proibitive, e una fuga a nuoto avrebbe quasi certamente avuto per lui lo stesso esito tragico di Aimo.
La notizia della prima evasione dall’Asinara fece scalpore, trovando spazio sulle prime pagine di tutti i principali giornali italiani. L’opinione pubblica puntò il dito contro la presunta “negligenza” delle guardie penitenziarie e della guardia costiera, che fino a quel momento avevano vigilato con estrema attenzione. Per i responsabili del carcere, fu un duro colpo: la “fortezza” che era stata soprannominata la “Alcatraz italiana” aveva mostrato, per la prima volta, una falla nella sua sicurezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA