Rossella Marongiu, giovane infermiera di 25 anni originaria di Serramanna, ha perso la vita in seguito a un tragico incidente stradale avvenuto sabato mattina sulla Provinciale 56, tra Samassi e Serrenti.

La ragazza era alla guida della sua Ypsilon quando, per cause ancora da accertare, ha perso il controllo del veicolo. L’auto è uscita di strada, ribaltandosi più volte, fino a terminare la sua corsa in un campo, a circa 30 metri dalla carreggiata.

I soccorritori, giunti sul posto, avevano trovato la giovane in condizioni disperate e l’avevano trasportata d’urgenza all’ospedale Brotzu di Cagliari, dove Rossella lavorava come infermiera. La Tac eseguita in ospedale aveva rivelato gravissime lesioni alla testa, e la ragazza era stata immediatamente ricoverata in Rianimazione. Nonostante tutti gli sforzi dei medici, la situazione si è aggravata nel corso della giornata e, nel pomeriggio, è stata dichiarata la morte cerebrale.

Un’intera comunità piange oggi la scomparsa di una giovane vita spezzata troppo presto.

La Sardegna è spesso considerata un’isola “asismica”. In realtà, pur essendo una delle regioni più stabili d’Italia, non è completamente immune dai terremoti. La sua bassa sismicità è un dato scientifico assodato, ma ha radici geologiche ben precise.

Come spiega il geologo Luigi Sanciu, la differenza della penisola italiana, situata nel punto di collisione tra la placca eurasiatica e quella africana, la Sardegna si trova al centro della placca eurasiatica, lontana dalle grandi linee di compressione che generano i terremoti più devastanti. Questo la rende un blocco continentale stabile, poco soggetto a scosse significative.

Ciò non significa però che l’isola sia “immune”. Secondo i dati messi a disposizione dall’ISPRA, la zona più attiva è la costa nord-orientale, dove si sono registrati i principali sismi dal 2000 a oggi. Si tratta in gran parte di eventi di magnitudo intorno a 3, prodotti da piccole faglie, ossia fratture della crosta terrestre con lievi movimenti delle rocce.

Sono terremoti che spesso non vengono percepiti dalla popolazione e che restano rilevabili solo dagli strumenti, incapaci di provocare danni e soprattutto impossibilitati a generare onde di tsunami, data la loro modestissima energia.

La Sardegna, dunque, resta una terra fortunata: un’isola geologicamente stabile, ma non del tutto “asismica”. Un dettaglio che ricorda come la natura, anche quando sembra silenziosa, continui a vivere e muoversi sotto i nostri piedi.