Lo sapevate? Perché in Sardegna si usa spesso l’espressione “E tui, fill’e chini sesi”?

La curiosità dei sardi, spesso degli anziani sardi verso una persona che magari in paese hanno visto poco o nulla. Da lì la richiesta: "E tui, fill'e chini sesi"? Perché si dice così?
canale WhatsApp
Lo sapevate? Perché in Sardegna si usa spesso l’espressione “E tui, fill’e chini sesi”?.
La curiosità dei sardi, spesso degli anziani sardi verso una persona che magari in paese hanno visto poco o nulla. Da lì la richiesta: “E tui, fill’e chini sesi”? Perché si dice così?
Lo sapevate che in Sardegna l’espressione “E tui, fill’e chini sesi?” è praticamente un rito di iniziazione sociale? Questa domanda, che a prima vista può sembrare un’indagine investigativa degna di un giallo paesano, è in realtà una delle manifestazioni più simpatiche e caratteristiche della curiosità dei sardi, in particolare degli anziani. È una frase che non risparmia nessuno, soprattutto chi torna dopo anni nel proprio paese d’origine o chi viene avvistato per la prima volta tra le stradine di un borgo: lì, sotto lo sguardo indagatore di qualche nonno appostato sulla sedia di vimini fuori dall’uscio di casa, parte la fatidica domanda. “E tui, fill’e chini sesi?” si traduce con un altrettanto perentorio “E tu, di chi sei figlio?”
Ma attenzione, non si tratta solo di capire il tuo albero genealogico, qui si parla di un vero e proprio codice d’identità sociale. Perché in Sardegna non sei davvero tu se non sei anche figlio, nipote, cugino di qualcuno. E se hai avuto l’ardire di dimenticare chi sei o da dove vieni, tranquillo: lo scopriranno loro per te. La scena è sempre la stessa, il copione impeccabile: tu sorridi un po’ imbarazzato, cercando di rispondere nel modo più esaustivo possibile, ma loro, gli anziani saggi del villaggio, non si accontentano mai di una risposta semplice. “Ah, sei il figlio di Peppeddu? E chi no! E tuo nonno, era forse quello che aveva le pecore vicino a Bidda Manna?” Ed ecco che in un attimo la tua intera storia familiare viene ricostruita con precisione millimetrica, come se fosse appena uscita da un database segreto di informazioni paesane. Crescendo i ragazzi cambiano completamente, soprattutto fisicamente. Gli anziani spesso per capire chi siamo, affrontano l’argomento con questo incipit: “E tui, fill’e chini sesi”.
Questa domanda, però, ha anche un lato tenero e malinconico: è il modo in cui gli anziani sardi rinnovano i legami con la comunità, mantenendo vivo quel tessuto sociale che altrove si sta perdendo. È la loro maniera di dire “ti riconosco”, di includerti nella rete invisibile della memoria collettiva. Così, la prossima volta che vi trovate davanti a uno sguardo severo e un sopracciglio alzato che vi chiede “E tui, fill’e chini sesi?”, ricordate: non è solo una domanda, è un invito a essere parte di una storia che dura da generazioni. Rispondete con orgoglio, magari aggiungendo un sorriso: tanto, anche se non sapete chi siete, loro lo sanno già.

© RIPRODUZIONE RISERVATA