Meraviglie di Sardegna: la fonte sacra di Su Tempiesu, gioiello dell’architettura nuragica

Andiamo alla scoperta di questo monumento nuragico unico nel suo genere, di eccezionale importanza, che si erge nelle campagne di Orune, nel Nuorese, al centro della Sardegna, inserito in un paesaggio selvaggio.
Meraviglie di Sardegna: la fonte sacra di Su Tempiesu, gioiello dell’architettura nuragica.
Andiamo alla scoperta di questo monumento nuragico unico nel suo genere, di eccezionale importanza, che si erge nelle campagne di Orune, nel Nuorese, al centro della Sardegna, inserito in un paesaggio selvaggio.
La fonte sacra di Su Tempiesu, incastonata nelle aspre e selvagge campagne di Orune, nel cuore pulsante della Sardegna nuorese, si presenta come un autentico gioiello architettonico senza pari, un capolavoro di pietra che attraversa i millenni per raccontarci una storia di ingegno, spiritualità e profondo legame con la natura. Questo monumento nuragico, unico nel suo genere per la raffinatezza delle sue forme e la complessità della sua struttura, si erge come un testimone silenzioso ma eloquente di una civiltà millenaria che ancora oggi, con la forza misteriosa del suo passato, continua a stupire e affascinare chiunque abbia il privilegio di incontrarlo. La fonte di Su Tempiesu rappresenta una delle eredità più significative e integre che la straordinaria civiltà nuragica ci ha lasciato in dono, offrendo a chi la osserva non solo una testimonianza archeologica di valore inestimabile, ma anche uno sguardo intimo e privilegiato su un passato remoto, che, nella sua antichità, si rivela sorprendentemente vicino, capace di toccare corde profonde della nostra umanità.
Scoperto nel 1953 in località sa Costa ‘e sa binza, a soli sei chilometri dal centro abitato di Orune, Su Tempiesu si distingue come l’unica testimonianza originale rimasta di una struttura in elevato e coperta di un pozzo sacro, sfidando il tempo e le intemperie per raccontarci storie di culti, rituali e maestria architettonica. Risalente all’età del Bronzo recente, precisamente al XIII secolo a.C., questo tempio a pozzo dedicato al culto delle acque ha continuato a essere frequentato fino agli albori dell’età del Ferro, nel IX secolo a.C., testimoniando una continuità di utilizzo e venerazione che attraversa secoli di storia sarda. La sua costruzione, un capolavoro di ingegneria antica, si basa sull’opera isodoma, con conci di trachite e basalto perfettamente lavorati che si incastrano con una precisione che ancora oggi sfida la comprensione dei moderni architetti. Addossato a una parete rocciosa da cui sgorga l’acqua sorgiva che alimenta la fonte sacra, Su Tempiesu si eleva per circa sette metri, articolandosi in una struttura complessa che comprende un vestibolo, una scala e una cella che protegge la preziosa vena d’acqua.
Il vestibolo, di forma quadrangolare, accoglie i visitatori con un pavimento in leggera pendenza e pareti aggettanti realizzate con lastre che formano uno stretto arco acuto, creando un’atmosfera di sacralità e mistero. Ai lati, due banconi-sedile invitano alla contemplazione, mentre stipetti scavati nella muratura una volta custodivano offerte votive, testimoniando la natura sacra del luogo. La parete di fondo del vestibolo introduce a una scala strombata verso l’esterno, reminiscente di quella del santuario di Santa Cristina, altro celebre sito nuragico. Quattro gradini conducono il visitatore alla piccola camera a tholos, una meraviglia architettonica con la sua falsa cupola che protegge il cuore pulsante del tempio: il pavimento lastricato con al centro una fossa di decantazione, dove l’acqua sacra si raccoglieva prima di essere utilizzata nei rituali. Ma è la copertura di Su Tempiesu a rappresentare forse l’elemento più straordinario e unico: un tetto a duplice spiovente con doppia gronda scolpita, culminante in un timpano triangolare, sulla cui sommità un tempo si ergeva un acroterio troncopiramidale. Questo concio, vero e proprio pinnacolo sacro, sosteneva venti spade votive in bronzo, finemente decorate e infisse in appositi fori, creando un effetto visivo di straordinaria potenza simbolica e spirituale.
La ricchezza di Su Tempiesu non si limita alla sua architettura: gli scavi hanno riportato alla luce un tesoro di ex voto bronzei che raccontano la vita, le credenze e le speranze di chi, millenni fa, visitava questo luogo sacro. Pugnali, spilloni, pendagli, bracciali, anelli, vaghi di collana e aghi si mescolano a statuine di offerenti, guerrieri e personaggi con mantello e bastone di comando, offrendo uno spaccato vivido della società nuragica e dei suoi rituali. Queste offerte, alcune delle quali conservate in ripostigli ricavati nelle rientranze della roccia, testimoniano la centralità di Su Tempiesu nella vita spirituale e sociale delle comunità circostanti. L’ingegno degli architetti nuragici si manifesta anche nella gestione dell’acqua in eccesso: nei periodi di piena, l’acqua traboccante scorre in una canaletta scavata sul pavimento del vestibolo per essere convogliata in una seconda piccola fonte, una riproduzione in scala minore della principale. Questo pozzetto secondario, costruito alla base di un recinto esterno curvilineo, è dotato di una canaletta con un gocciolatoio finemente lavorato, sovrastato da un delicato archetto. Sul fondo, una fossetta consente la decantazione dell’acqua, unendo funzionalità e estetica in un design senza tempo.
La presenza di Su Tempiesu in un territorio già ricco di pozzi templari nuragici, come quelli di Lorana e su Lidone, sottolinea l’importanza culturale e spirituale di quest’area per le antiche popolazioni sarde. Ogni visita a questo sito non è solo un’escursione nel passato, ma un’immersione in un mondo di simboli, credenze e abilità tecniche che continuano a suscitare meraviglia e rispetto. Su Tempiesu si erge così non solo come monumento archeologico di inestimabile valore, ma come ponte tra passato e presente, invitando i visitatori a riflettere sulla profondità delle radici culturali sarde e sulla straordinaria capacità dell’uomo di creare bellezza e significato anche nelle condizioni più primitive. In un paesaggio selvaggio che sembra aver conservato intatta l’aura di sacralità di millenni fa, Su Tempiesu continua a sussurrare storie di una Sardegna antica eppure eternamente presente, un gioiello architettonico che brilla di luce propria nel ricco patrimonio culturale dell’isola.

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