Syn: il nuovo concetto di vino che abbraccia l’universalità

Martedì 3 dicembre, nello storico Convento San Giuseppe di Cagliari, verrà svelato un progetto che trascende i confini geografici italiani unendo un vino unico ad abbinamenti gastronomici esclusivi per un'esperienza indimenticabile.
Pensate a un viaggio senza limiti, che parte dalla Puglia e attraversa l’Italia, dove le montagne del Piemonte si fondono con le spiagge soleggiate del Salento, attraversando le colline delle Marche e respirando l’aria fresca dell’Abruzzo. Questo è Syn, un progetto che unisce non solo territori, ma anche identità, patrimoni e sperimentazioni.
Il 3 dicembre, alle ore 20:00, il Convento San Giuseppe di Cagliari diventerà il palcoscenico di un incontro che trascende le tradizioni vinicole, aprendo un varco verso un nuovo concetto di vino. Verrà svelato in anteprima il vino bianco Syn01 2023, frutto di un uvaggio unico e visionario. L’anima del Convento è Luisa Carcangiu Bayre, una vice delegata delle Donne del Vino, che sarà lieta di ospitare questo progetto unico e innovativo.
Da nord a sud, le uve selezionate per Syn non raccontano solo il territorio di provenienza, ma si fondono e si intrecciano per dar vita a un vino che celebra l’universalità. Questo incontro di vitigni diversi, ma perfettamente complementari, rappresenta la sintesi ideale di una viticoltura che non si ferma ai confini geografici, ma abbraccia una visione globale e inclusiva del vino. Ogni calice di Syn racconta una storia, ma anche una nuova prospettiva: quella di un vino capace di unire le diversità e di dare forma a una nuova identità.
Il Convento San Giuseppe, con la sua bellezza antica e storia secolare, si rivela il palcoscenico ideale per presentare in anteprima Syn, un progetto che nasce dalla volontà di riscoprire e valorizzare le tradizioni vinicole italiane, ma con uno sguardo sempre proiettato al futuro. “Un luogo che non ha interesse. Un luogo suggestivo, talmente antico che porta con sé l’universo della storia”, spiega Paola Restelli, l’ideatrice del progetto e Donna del Vino in Puglia, assieme a Marco Mascellani. Questo progetto viene presentato in anteprima in Sardegna, ma è un progetto che coinvolge molte regioni italiane.
L’elemento distintivo del progetto è proprio l’uvaggio: le uve vengono raccolte contemporaneamente, un mix di vitigni che contribuiscono in parti uguali alla composizione del mosto. La vera novità è il modo in cui queste uve vengono trattate: non separatamente, come tradizione vorrebbe, ma insieme, fin dal primo momento, per creare una materia prima che non avrebbe mai potuto esistere separatamente.
Questa tecnica, che ricalca i gesti dei nostri nonni – che univano i grappoli di diverse uve direttamente in vigna, senza preoccuparsi troppo di separare i vini – è alla base della filosofia di Syn. Non un prodotto industriale, ma un vino che esprime l’artigianalità e la passione per il vino come esperienza sensoriale, un viaggio che non segue una ricetta predefinita, ma si evolve con il tempo, affinando il proprio carattere. Un carattere che viene ulteriormente esaltato dal processo di vinificazione, che avviene con l’uso di barriques e silos di acciaio, per un affinamento che dura ben nove mesi, durante i quali il vino acquisisce profondità e complessità.
Syn non è solo un vino, ma un’esperienza sensoriale completa che abbraccia anche la cucina. Durante la serata del 3 dicembre, ogni partecipante sarà guidato in un viaggio gastronomico pensato per esaltare le caratteristiche uniche di Syn01 2023, che trova il suo perfetto complemento nel Risotto Syn e quelle di tutti gli altri vini. Il Physis 2023 di Menhir si sposa con l’Ostrica in tempura, mentre il Renascenzia Bianco 2022 di Tre Gemme accompagna un Mosaico di conchiglie. Il Cleo 2021 di Fattoria Casabianca si abbina con un Polpo su crema di topinambur, mentre Il Wine Over 2021 di Minisale si unisce ai Tortelli di anatra con il suo fondo. Il Graticciaia 2018 di Vallone accompagna una Mattonella di maialino al profumo di mirto. Il viaggio si conclude con il Primitivo Riserva Gioia del Colle 2021 di Curtomartino, abbinato a un Orologio di formaggi e miele d’arancia.
“Vogliamo dare al vino un senso universale. Non è solo una bevanda, è un messaggio, un incontro che deve essere celebrato in ogni angolo d’Italia”. Un’occasione imperdibile, che chiama a raccolta appassionati e curiosi del buon bere, ma anche di una storia che va oltre il gusto: un viaggio che, una volta intrapreso, non finisce mai.

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