Lo sapevate? Che cosa si intende in Sardegna con l’espressione “cabilli” (o “gabillus”)?

"Mì a Sant'Arega sono arrivati i gabilli". Quante volte avremo sentito da ragazzi questa frase più o meno adattata alle circostanze? Ma cosa vuol dire cabillo (gabillo) e chi sono questi gabillus?
Lo sapevate? Che cosa si intende in Sardegna con l’espressione “cabilli” (o “gabillus”)?
“Mì a Sant’Arega sono arrivati i gabilli”. Quante volte avremo sentito da ragazzi questa frase più o meno adattata alle circostanze? Ma cosa vuol dire cabillo (gabillo) e chi sono questi gabillus?
In Sardegna gli abitanti del sud chiamano Cabilli (o Gabillus) gli abitanti del centro-nord.
Esiste anche una regione berbera dell’Algeria settentrionale, chiamata appunto Cabilia o terra dei Cabilli.
La Cabilia africana ha sempre cercato di mantenere la sua indipendenza, prima dai romani, che cercarono in tutti i modi di sopprimere le ribellioni dei berberi e, nei secoli, dagli arabi e dai francesi.
I villaggi sorgevano sulle creste dei monti, in modo da lasciare spazio alle coltivazioni nei fianchi della montagna.
Si pensa che alcuni abitanti della Cabilia siano stati mandati dai Romani a lavorare nelle miniere isolane (esattamente come i mauritani, poi diventati maurreddini) e che le genti sarde abbiano poi fatto propria questa espressione per indicare chiunque venisse da fuori e avesse delle sembianze più scure delle proprie. Un’espressione che è rimasta.
I campidanesi, i cagliaritani e molti di quelli che abitano da Oristano in giù utilizzano questo termine dispregiativo ironico per parlare di nuoresi,
sassaresi, e cabesusesu (quelli che abitano nel Capo di Sopra, cioè il nord Sardegna) un po’ come gli abitanti del nord Sardegna utilizzano il termine “maurri” per indicare quelli del sud Sardegna (del resto secondo alcuni sassaresi burloni sotto Paulilatino comincerebbe l’Africa) in un razzismo reciproco, tipico dei sardi. Le gabillac erano qulle macchine station wagon (spesso Peugeot) che sino agli anni Settanta e Ottanta portavano i forestieri a Cagliari sino a piazza Matteotti.
Poi in generale veniva utilizzato per indicare tutte quelle persone che venivano dalle zone interne e non utilizzavano abiti dalla foggia elegante e non mostravano atteggiamenti sofisticati. Nell’immaginario collettivo del sud Sardegna sono stati lentamente sostituiti dai gaggi ma ancora l’espressione “gabillo” resiste.

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