(FOTO) Un tuffo nella storia commerciale di Cagliari: gli interni di Ruggieri, disegnati dall’artista cagliaritano Giovanni Pisano
I bellissimi scatti che vi proponiamo, realizzati dal figlio Marco Pisano, ritraggono gli interni del negozio di via Alghero progettato a fine anni '60 da Giovanni Pisano con la collaborazione dell'architetto Blackmore.
C’era un tempo in cui gli interni dei negozi e delle attività commerciali erano progettati da architetti e artisti che riuscivano a donare al locale un’anima: unica, distinguibile, mai stereotipata. Ruggieri, storico negozio d’abbigliamento cagliaritano che a breve chiuderà i battenti, è uno di questi. I suoi bellissimi interni permettono davvero di fare un tuffo nel passato: il parquet, la scalinata, le linee sinuose e i giochi infiniti di specchi che dilatano gli spazi mentre i velluti li abbracciano, rendendo l’atmosfera elegante e rilassata grazie ai i divani che permettono al cliente l’acquisto in perfetta serenità.
A disegnarli fu Giovanni Pisano, artista poliedrico, nato a Cagliari nel 1921 (e morto nel 2011): fu il primo arredatore del capoluogo e creò più di 300 progetti tra negozi e case private. Tra i suoi lavori ritroviamo buona parte della storia commerciale Cagliari degli anni ’60 e ’70: dei preziosissimi documenti della nostra città che oggi piano piano vengono soppiantati da grande distribuzione e fast fashion e quindi ancora più importanti da preservare e ricordare.
I bellissimi scatti che vi proponiamo, realizzati dal figlio Marco Pisano, ritraggono gli interni del negozio di via Alghero progettato a fine anni ’60 da Giovanni Pisano con la collaborazione dell’architetto Blackmore.
L’artista – Giovanni Pisano, maestro d’acquerello e incisore di talento, è stato una figura di spicco dell’arte sarda, capace di fondere lirismo e realismo con grande raffinatezza. Celebre per la sua abilità nel ritrarre paesaggi, alberi, rocce, foglie, fiori e le luci di Cagliari, Pisano ha anche esplorato il mondo astratto, realizzando “archisculture” in legno che riflettevano il suo amore per l’architettura e le sue prime esperienze come designer d’interni. La critica, con nomi come Salvatore Naitza, Maria Grazia Scano e Giorgio Pellegrini, ha spesso elogiato la sua versatilità e l’eleganza del suo stile.
Pisano si definiva “cagliaritano di Stampace,” pur avendo origini di Villacidro e Gonnosfanadiga. Dopo aver frequentato il liceo scientifico, si appassionò alla tecnica del disegno e, impiegato presso l’Ufficio tecnico provinciale e poi nel Catasto di Nuoro, incontrò artisti come Salvatore Pirisi e Tonino Ruju, che lo incoraggiarono a sviluppare il suo talento pittorico. Sebbene si dedicasse inizialmente alla pubblicità e alla cartellonistica, creando manifesti cinematografici per i cinema di Cagliari, durante la guerra lavorò come radiotelegrafista. A Milano ebbe l’opportunità di collaborare con Aurelio Galeppini, creatore di Tex Willer, ma scelse di tornare in Sardegna, dove la sua passione per la pittura continuò a crescere, dapprima per “gioco,” poi come vocazione.
La sua prima mostra si tenne nel 1947 su invito di Foiso Fois. A Sassari conseguì il diploma all’Istituto d’Arte, dove venne esaminato da Stanis Dessy, che gli offrì un posto come assistente. Tuttavia, Pisano tornò a Cagliari, dove iniziò a distinguersi anche come arredatore e progettista d’interni, qualità che lo portarono a Milano, dove collaborò con personalità del design come Bruno Munari. Rientrato a Cagliari, fondò una fabbrica di mobili e si dedicò a composizioni artistiche su seta, creando raffinati foulard per Elsa, la moglie. Negli anni si avvicinò all’incisione, perfezionandosi in Umbria e ricevendo in dono dalla moglie un torchio, che rimase sempre con lui come simbolo della sua dedizione.
Nonostante gli anni, Pisano non smise mai di dipingere: lo fece “finché il Padreterno vorrà”, come lui stesso dichiarava. Ancora recentemente aveva donato numerosi quadri all’UNICEF, in un ultimo gesto di generosità. Con la sua scomparsa, resta l’immagine di un artista profondamente legato alla sua terra e di un uomo che ha saputo fare dell’arte una missione, in una ricerca inesauribile che, forse, ora prosegue in nuove dimensioni, dove continua a creare meraviglie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA