La storia del cagliaritano Giuseppe Brotzu che scoprì le cefalosporine, un potente antibiotico antibatterico
Brotzu fu scienziato di fama mondiale ma non abbandonò mai la sua città dalla quale presero il via i suoi studi sui batteri che lo portarono alla scoperta rivoluzionaria delle cefalosporine.
La storia del cagliaritano Giuseppe Brotzu che scoprì le cefalosporine, un potente antibiotico antibatterico.
Fu una vita dedicata alla scienza e in particolare allo studio delle malattie infettive, quella di Giuseppe Brotzu, nato a Cagliari nel 1895 da una famiglia originaria di Nulvi (SS). Laureatosi in Medicina all’Università di Cagliari, Brotzu lavorò sin da subito negli ambulatori antimalarici della città. Fu direttore dell’Istituto di Igiene, preside della Facoltà di Farmacia e poi di Medicina e dal 1936 al 1938 fu Rettore dell’Università di Cagliari. Dopo la guerra, nel 1949 venne nominato Assessore Regionale all’Igiene e alla Sanità e poi dal 1955 al 1958 eletto Presidente della Regione Sardegna; dal 1960 al 1967 venne eletto infine sindaco di Cagliari con la Democrazia Cristiana.
Ma il contributo più grande che Giuseppe Brotzu diede non soltanto alla sua regione ma all’umanità intera fu la scoperta delle cefalosporine, una classe di antibiotici ad ampio spettro simili alle penicilline. Come in tutta l’attività scientifica di Brotzu, fu centrale nella scoperta di questo nuovo antibiotico il contesto sociale e igienico della città di Cagliari. Negli anni ’20, da direttore degli ambulatori antimalarici di Cagliari, infatti, Brotzu osservò che nelle acque del porto di Cagliari, nonostante l’alto livello di inquinamento, non vi era alcuna proliferazione di batteri. Tanti erano i bambini e i ragazzi che facevano il bagno in quelle acque ma nessuno contraeva malattie come il tifo, il paratifo o la salmonellosi. L’occhio dell’uomo di scienza aveva già intuito in quel fenomeno qualcosa di eccezionale e qualche tempo dopo, Brotzu approfondì questi studi per capire perché in quelle acque cariche di liquami fognari questi batteri non proliferassero.
Fu nel 1945, dopo diversi anni e numerosi campionamenti e colture, che Brotzu, aiutato dal suo assistente Antonio Spanedda, riuscì a identificare la micetina che prese poi il suo nome. Della scoperta, Brotzu informò il Ministero della Pubblica della Sanità e il CNR senza risultati. Sulle cefalosporine, furono invece lungimiranti i ricercatori dell’Università di Oxford che accolsero con molto entusiasmo lo studio di Brotzu e capirono di avere tra le mani qualcosa di rivoluzionario.
Il meccanismo d’azione è identico a quello delle penicilline, alle quali le cefalosporine sono simili anche per struttura chimica e per la potenziale tossicità. Tutti questi farmaci, infatti, agiscono bloccando la sintesi della parete batterica.
Qualche decennio più tardi, nel 1971, fu proprio l’Università di Oxford a conferire allo scienziato cagliaritano la laurea honoris causa e a ruota seguirono i riconoscimenti italiani ed europei allo scienziato che diede un contributo capitale alla medicina moderna. Accanto agli alti meriti scientifici, a Giuseppe Brotzu si devono i grandi cambiamenti igienico-sanitari della Cagliari degli anni ’50, con la lotta alla malaria, le bonifiche e la costruzione di ospedali e acquedotti per l’acqua potabile.
A lui è dedicato uno dei maggiori ospedali della Sardegna. Morì a Cagliari per un ictus cerebrale l’8 aprile del 1976.
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