A pochi chilometri da Alghero, lungo la costa nord-occidentale della Sardegna, si trovano le spettacolari Grotte di Nettuno, uno degli esempi più suggestivi di meraviglia naturale in Italia. Questo straordinario sistema di grotte carsiche, situato nell’area protetta di Capo Caccia, offre un affascinante viaggio nel cuore della terra, tra stalattiti e stalagmiti create nel corso dei millenni. Le grotte non sono solo un’attrazione per i turisti di tutto il mondo, ma hanno anche un legame speciale con il cinema italiano: furono infatti il set del film cult L’isola degli uomini pesce del 1979, diretto da Sergio Martino.

Le Grotte di Nettuno si trovano nel territorio di Alghero, all’interno della Riserva Naturale di Capo Caccia. Queste grotte carsiche, il cui accesso è possibile via terra o via mare, sono accessibili tramite una scalinata spettacolare, chiamata Escala del Cabirol, che scende per circa 654 gradini lungo la parete della scogliera. Le grotte furono scoperte nel XVIII secolo da un pescatore locale, e ben presto divennero una meta privilegiata per gli esploratori e per i viaggiatori curiosi.

Le Grotte di Nettuno sono un vero e proprio palazzo sotterraneo scolpito dall’erosione delle acque piovane e dalle rocce calcaree, in un processo di formazione che risale a milioni di anni fa. Una volta all’interno, i visitatori possono osservare sale imponenti e piscine naturali, immerse in un’atmosfera surreale creata dai giochi di luce e riflessi. La Sala della Reggia è uno degli ambienti più impressionanti: qui stalattiti e stalagmiti si uniscono a creare un effetto maestoso e fiabesco.

Una delle leggende locali narra che le cavità delle Grotte di Nettuno fossero un tempo la dimora del dio Nettuno, sovrano dei mari, che vi si rifugiava per riposare. Questo mito ha contribuito a rendere le grotte ancora più affascinanti, dando loro quel senso di mistero che le rende una meta ideale per chiunque ami la bellezza naturale e il folklore.

Il finale di Cagliari-Roma si è trasformato in un vortice di nervosismo, culminato nella lite – diventata virale – tra Folorunsho e Hermoso. Un faccia a faccia teso, tra insulti, mani davanti alla bocca e gesti minacciosi, esploso dopo il rigore reclamato dai rossoblù e poi negato dall’arbitro.

Tutto nasce dal contatto in area tra Palestra e un difensore giallorosso: l’azione sembrava indirizzare il Cagliari verso il possibile penalty, ma il direttore di gara ha giudicato regolare l’intervento. Da lì la miccia si è accesa.

Nel parapiglia, Folorunsho e Hermoso si affrontano a pochi centimetri di distanza: il cagliaritano si copre la bocca con le mani, ma quando si allontana il labiale sembra tradire insulti pesanti, alcuni dei quali – secondo i video circolati online – diretti persino alla madre del giocatore spagnolo. Le immagini hanno invaso i social in pochi minuti, accendendo una marea di commenti e polemiche.

L’arbitro decide per il cartellino giallo a entrambi, senza riuscire però a raffreddare gli animi. Pochi minuti più tardi, un nuovo caso: Palestra mette il pallone verso la linea laterale per fermare il gioco e permettere i soccorsi a un compagno, ma Hermoso intercetta la palla prima che esca e riparte lungo la fascia. Una scelta che fa infuriare tutta la panchina e i giocatori rossoblù, che lo circondano immediatamente.

La Roma, per ristabilire la calma, finirà poi col restituire volontariamente il pallone. Un epilogo incandescente che ha avvelenato il post-partita e alimentato un acceso dibattito online, a conferma del clima teso che ha accompagnato tutta la parte finale del match.