Lo sapevate? Che cosa vuol dire “bruvura”, una parola che ognuno di noi ha sentito ripetere tante volte

Che cosa significa la parola sarda (nella sua variante campidanese) "bruvura"? E perché viene utilizzata?
Lo sapevate? Che cosa vuol dire “bruvura”, una parola che ognuno di noi ha sentito ripetere tante volte.
Che cosa significa la parola sarda (nella sua variante campidanese) “bruvura”? E perché viene utilizzata?
Lo sapevate? Avete mai sentito qualcuno dire la parola “bruvura”? Scommetto di sì, e forse vi siete anche chiesti: “Ma che significa?”. Non è un termine che si sente tutti i giorni, ma chi conosce la cultura sarda – soprattutto la variante campidanese – avrà sentito questo termine almeno una volta, magari tra un proverbio e una chiacchierata in piazza.
Facciamo un bel tuffo nella lingua e nei modi di dire sardi, un mondo dove i proverbi, detti “diccius”, sono come piccole perle di saggezza popolare. Questi detti non sono solo parole messe insieme per fare scena: sono mini manuali di vita, spesso arricchiti da rime, metafore e ironia, capaci di raccontare il modo di pensare di un’intera isola. Nonostante il passare del tempo e l’evoluzione del linguaggio, queste espressioni sono sopravvissute e continuano a far sorridere e riflettere, mescolandosi al dialetto quotidiano di Cagliari e dei paesini del Campidano. Se fate attenzione, sentirete magari un anziano scambiare qualche battuta usando proprio uno di questi antichi proverbi, con quel tocco di arguzia che solo i saggi del posto sanno usare.
Ma torniamo alla nostra parola del giorno: brùvura! A cosa vi fa pensare? Forse a qualcosa di leggero, di evanescente? Beh, ci siete vicini. In campidanese, bruvura significa “polvere da sparo”. E no, non è solo una curiosità storica, è una parola che viene usata anche oggi per descrivere qualcosa di impalpabile, inconsistente, qualcosa che al tatto sembra sfuggire via, proprio come una nuvola di polvere. Pensate a quando vedete qualcuno mangiare controvoglia, magari con la faccia di chi sta masticando l’aria: in quel caso, potreste dire che “Paris pappendi bruvura”, ovvero “Sembra che stia mangiando polvere da sparo”. Simpatico, vero? Non proprio un complimento da chef, ma sicuramente efficace!
La bruvura entra in gioco anche in altre frasi, spesso usata in modo scherzoso o per stuzzicare qualcuno che non si è comportato al meglio. Immaginatevi una scena tra amici, uno fa lo spiritoso e l’altro, senza scomporsi, gli risponde: “A tui bruvura poitta ses malu” – “A te polvere da sparo (cioè niente), perché sei cattivo”. Praticamente, è un modo elegante e tutto sardo per dire che chi fa il prepotente non merita proprio nulla!
E se vi state chiedendo da dove arrivi questo termine così esplosivo, la risposta è semplice: dallo spagnolo! “Polvosa” o “pòlvora” erano le parole che indicavano la polvere da sparo durante la dominazione spagnola in Sardegna, e con il tempo sono diventate parte integrante del dialetto locale. Quando gli spagnoli portarono le armi da fuoco sull’isola, si sono portati dietro anche la loro terminologia, lasciando una traccia che, come spesso accade, si è trasformata e adattata al contesto sardo.
Quindi, la prossima volta che qualcuno vi parla di bruvura, non pensate solo alla polvere da sparo, ma a tutto quel mondo di significati nascosti che la lingua sarda porta con sé, tra saggezza popolare, ironia e una buona dose di malizia!

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