Meraviglie di Sardegna: Lollove, l’ultimo villaggio medioevale dell’Isola

Il borgo incantato, in cui vivono appena 14 abitanti, e su cui pende un'antica maledizione. Un villaggio a pochi chilometri da Nuoro, composto da poche case in pietra che conservano ancora oggi la struttura medioevale, incastonato tra le montagne e circondato da un bosco di querce secolari. In questo scenario surreale il tempo pare essersi fermato.
Meraviglie di Sardegna: Lollove, l’ultimo villaggio medioevale dell’Isola.
Il borgo incantato, in cui vivono appena 14 abitanti, e su cui pende un’antica maledizione. Un villaggio a pochi chilometri da Nuoro, composto da poche case in pietra che conservano ancora oggi la struttura medioevale, incastonato tra le montagne e circondato da un bosco di querce secolari. In questo scenario surreale il tempo pare essersi fermato.
A pochi chilometri da Nuoro, incastonato tra montagne e querce secolari, sorge Lollove, uno degli ultimi villaggi medievali della Sardegna. Con appena 14 abitanti, questo minuscolo borgo sembra uscito da un’altra epoca. Le sue case in pietra, le viuzze acciottolate e l’atmosfera immobile creano un luogo dove il tempo pare essersi fermato. Tuttavia, su Lollove aleggia un’antica maledizione, un’ombra che contribuisce a renderlo ancora più misterioso.
Lollove è avvolto in un’aura di leggenda. Secondo la tradizione, il borgo fu maledetto dalle suore francescane che un tempo vivevano nel monastero locale, infuriate dopo uno scandalo amoroso che coinvolse alcune di loro e dei pastori. Abbandonando il paese, le monache lanciarono una profezia nefasta: “Lollove sarai come l’acqua del mare, non crescerai né mai prospererai”. Da allora, il villaggio è rimasto piccolo, ma non è mai del tutto scomparso, sopravvivendo grazie alla determinazione dei pochi abitanti rimasti, dediti all’agricoltura e all’allevamento.
Passeggiando per Lollove, ci si sente trasportati indietro nel tempo. Le case in pietra grigia, molte delle quali in rovina, mostrano ancora tetti spioventi di tegole d’argilla, camini antichi e architravi che evocano la vita di un tempo. Qui, il silenzio è rotto solo dal suono del vento e dal mormorio di racconti sussurrati dagli anziani, che ricordano i giorni in cui il borgo era animato da vita e lavoro, scanditi dal ritmo della natura e delle vigne. Oggi, è un luogo quasi surreale, un borgo in cui il passato è palpabile e dove si avverte ancora l’inquietudine legata alla sua storia maledetta.
Nonostante il declino, Lollove non ha mai smesso di affascinare. Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, scelse questo borgo come ambientazione per il suo romanzo La madre, che narra la tormentata relazione tra un giovane prete e una donna del villaggio. Questa scelta letteraria conferma l’aura peccaminosa e misteriosa che da sempre circonda Lollove.
Un tempo conosciuto come Loy, il villaggio era una comunità fiorente, forse persino più grande di Nuoro durante il Medioevo. Ancora oggi, gli anziani raccontano di un passato glorioso, quando Lollove dominava le valli circostanti, sostenuto da una popolazione numerosa e una cultura viva. Fino al XIX secolo, fu un Comune indipendente, ma oggi è una frazione di Nuoro, con pochi abitanti resistenti alla modernità e alla solitudine.
Lollove si anima in occasione delle feste religiose dedicate a San Biagio e Santa Maria Maddalena, quando il borgo si apre ai visitatori. A novembre, durante Autunno in Barbagia, si celebra il patrimonio artigianale e culinario locale con Vivilollove, un evento che riporta in vita le antiche tradizioni del villaggio.
Lollove, nonostante la sua piccola dimensione e il suo isolamento, resiste alla scomparsa. Non ha scuole, negozi, né bar; solo di recente è stata introdotta l’elettricità. La sua chiesa, dedicata a San Biagio, con il rosone e il portale in trachite rosa, rimane uno dei pochi simboli della comunità, accanto a un sacerdote che arriva ogni domenica dal capoluogo per celebrare la messa.
Oggi, Lollove non è un paese fantasma, ma un luogo vivo, seppur ridotto all’essenziale, che continua a custodire intatto il fascino di un borgo medievale e delle sue storie.

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