Penne, zaini, quaderni e cancelleria. Materiale scolastico di ogni tipo raccolto e donato alle famiglie. Si chiama Raccolta Solidale, un’iniziativa di Cittadinanza Attiva e Coordinamento Presidenti Consigli di Istituto della Sardegna, che con diversi appuntamenti, sino al prossimo 30 settembre, hanno dato una mano d’aiuto a diversi studenti del Cagliaritano. Insieme alla collaborazione di diverse realtà, tra Cagliari, Monserrato, Quartu e Assemini. Come gli Amici di Fra Lorenzo, la Caritas, gli uffici di servizi sociali e, a Monserrato, il preside l’Istituto Comprensivo “A. Lamarmora”.

“L’ingresso a scuola porta a spendere tanti soldi e le famiglie si trovano in difficoltà”, spiega Giuseppe “Pino” Aquila di Cittadinanzattiva. Sin dal primo squillo di campanella sono stati allestiti diversi punti di raccolta, in precise date, con la possibilità di recarsi anche nella sede cagliaritana di via Ariosto. Un’iniziativa, quella della Raccolta Solidale, nata nel 2023 e portata avanti con il patrocinio gratuito dei diversi comuni.

A Cagliari, sabato 21 settembre i volontari di Cittadinanzattiva saranno presenti al centro commerciale La Plaia. “Il materiale donato dalle persone viene raccolto dagli enti e dalle associazioni che collaborano con Cittadinanza attiva, per essere poi consegnato alle famiglie”. Cancelleria e materiale digitale, ma anche abbigliamento scolastico e merendine a lunga conservazione: per chiunque ci sarà la possibilità di acquistare quel che si può e, tramite i volontari presenti, farlo arrivare alle famiglie in difficoltà. “Si possono acquistare e dare ai nostri volontari una o più Gift card dei nostri negozi, carte regalo destinate alle famiglie con le quali è possibile acquistare libri”.

Raccolta Solidale non solo a Cagliari. Ad Assemini, infatti, sino al prossimo 30 settembre, per chiunque ci sarà la possibilità di acquistare o consegnare materiale scolastico in diverse attività commerciali aderenti all’iniziativa – elenco consultabile sui canali di Cittadinanzattiva – da consegnare alle persone che ne necessitano.

Lo sapevate? Che cosa è in sardo “sa schiscionera”?

Il mistero de sa schiscionera tra storia e prelibatezze.

C’è un mondo intero racchiuso nelle parole, e in Sardegna, alcune di esse hanno un sapore tutto speciale. Lo sapevate che cosa è in sardo “sa Schiscionera”? Se la vostra mente ha subito pensato a una parolaccia, sappiate che siete fuori strada. La verità è molto più gustosa e affascinante.

Un tempo, nelle cucine sarde, si utilizzava un tegame in coccio o in ferro smaltato, chiamato per l’appunto “Sa Schiscionera”. Non era una semplice casseruola, ma il cuore pulsante delle tradizioni culinarie casalinghe. Lì dentro venivano cucinate le patate e molte altre pietanze, trasformando ingredienti umili in capolavori gastronomici. Era il punto di riferimento di ogni massaia, il segreto di nonne e zie che sapevano far miracoli con pochi ingredienti.

Oggi, il termine ha subito una curiosa evoluzione. “Schiscionera” non indica più il tegame, ma una prelibatezza in sé. Si è trasformato in una sorta di guazzetto, un modo di cucinare che valorizza il sapore degli ingredienti. Qualsiasi pietanza cucinata con aglio e prezzemolo, dalle patate, alle arselle, al baccalà, può essere definita una “schiscionera”. Il suo significato si è esteso, diventando un’espressione per descrivere un piatto saporito e succulento.

Sa schiscionera

Questa curiosa metamorfosi linguistica è la testimonianza di quanto la cultura e le tradizioni culinarie siano vive e in continua evoluzione. D’altronde, chi non vorrebbe una “schiscionera” di arselle in una giornata piovosa? O un bel “guazzetto” di baccalà con un bicchiere di vino locale?