Cagliari e Olbia salutano l’addio al calcio di Daniele Dessena: “Volevo chiudere qui in Sardegna”

"Oltre 200 presenze con la nostra maglia, quante battaglie insieme! Adesso nuove sfide fuori dal rettangolo verde ti attendono. In bocca al lupo per tutto, Desse", si legge in un post del Cagliari Calcio.
Dovunque è andato ha lasciato il sorriso e il ricordo del suo esempio di professionismo e impegno: Daniele Dessena lascia il calcio giocato a pochi giorni dal suo 37° compleanno (10 maggio).
Di strada ne ha fatto tanta quel ragazzo di origini sarde (il nonno paterno era di Benetutti), cresciuto nel Parma e in poco tempo impostosi al calcio italiano. Centrocampista duttile e dotato di grande corsa è sempre stato molto abile negli inserimenti. Dopo Parma e Sampdoria nel 2009 l’arrivo al Cagliari agli ordini di Massimiliano Allegri. Seguono due anni da protagonista alla Sampdoria e nel 2012 il ritorno al Cagliari.
Dei rossoblù diventa una bandiera, accumulando 206 presenze e mettendo a segno 12 reti, alcune delle quali bellissime. L’attaccamento alla maglia gli vale la fascia di capitano indossata sempre con orgoglio e rispetto. Dopo la retrocessione del 2016 decide di restare in maglia rossoblù e “sacrifica” di fatto una gamba infortunandosi gravemente tibia e perone in uno scontro di gioco contro il bresciano Coly. Resta fermo quasi un anno: torna in campo in Serie A e nel match del 31 ottobre 2016 segna una doppietta decisiva contro il Palermo.
Dopo due anni al Brescia e due al Virtus Entella, Dessena si trasferisce a Olbia: una scelta di vita che chiude la sua carriera nell’Isola di cui si è sempre sentito figlio, anche se con l’amarezza della retrocessione in Serie D.
“Oltre 200 presenze con la nostra maglia, quante battaglie insieme! Adesso nuove sfide fuori dal rettangolo verde ti attendono. In bocca al lupo per tutto, Desse”, si legge in un post del Cagliari Calcio.
“Smetto di giocare perché è arrivato il mio momento – ha detto il calciatore in conferenza stampa-. Sembra strano da sentire, ma sono orgoglioso di smettere anche con una retrocessione, perché mi sento di aver dato tutto. Ho raggiunto un obiettivo che forse per la gente non vuol dire niente, giustamente visto che siamo retrocessi, ma per me vuole dire tanto. L’obiettivo era di smettere in Sardegna, un obiettivo che mi son posto dopo 10 anni di Cagliari e quasi 2 qua a Olbia, dove mi sono sempre sentito a casa. Mi sento uno di voi. Son dispiaciuto molto, però è arrivato il mio momento. Ci tengo infine a ringraziare dal primo all’ultimo i miei compagni di squadra a cui penso di aver dato tanto e loro mi hanno dato tanto. Voglio ringraziare mia moglie, mio figlio Tommaso e l’altro mio figlio che deve nascere. Ringrazio tutta la mia famiglia. Penso sempre di essere stato uomo. Non ho mai avuto interessi personali, ho preso decisioni giuste e decisioni sbagliate, ma sempre per il bene della squadra, dell’Olbia e di tutte le squadre in cui ho giocato. E su questo penso che me ne vada dato atto”. Dessena ha chiuso la conferenza stampa commosso.

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