A Cagliari via Napoli era “s’arruga de is Moras”: quando anche i sardi facevano i pirati nel Mediterraneo
Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un "ghetto" di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
Oggi è una delle più importanti “terre” di movida del centro cagliaritano. Alla Marina, infatti, i profumi di cucina e tradizione aleggiano per tutto il quartiere. E via Napoli non è certamente da meno, con la sua ricchezza di ristoranti e trattorie, insieme a negozi tipici.
Pochi sanno, forse, che questa strada, attraversata da file di turisti nelle mattine estive, era un “ghetto” di mori tenuti in schiavitù. Così come, in generale, tutto il rione Marina, a stretto contatto con il mare, i suoi tesori e purtroppo anche i suoi bottini, frutto di saccheggi ai danni di altri popoli.
Come riportato dunque dal capolavoro di Francesco Alziator, “L’Elefante sulla Torre”, nella via Napoli esisteva in tempi lontani la cosiddetta Moreria , luogo in cui venivano concentrate le schiave more. Ecco dunque che anticamente questa via era nota come “s’arruga de is Moras”.
Sembra infatti, sempre come riportato dall’Alziator, che ai tempi in cui i corsari barbareschi imperversavano nell’Isola, portando sciagure e saccheggi, rapendo donne e bambini, i sardi in qualche modo restituissero la pariglia. Alla stregua di quella saracena, dunque, esisteva anche una pirateria sarda, mirata alla cattura di africani e alla loro vendita sul mercato cagliaritano.
Cagliari piange Matteo Demuro, il 34enne morto nell’incidente sull’Orientale Sarda
Oggi, la comunità cagliaritana si stringe attorno alla famiglia del 34enne, ricordando un ragazzo che ha perso la vita inseguendo una delle sue più grandi passioni
Un’altra tragica pagina si è scritta sulle curve della vecchia Orientale Sarda, nel territorio di Sinnai, nella zona di Campu Omu. Matteo Demuro, 34 anni, appassionato motociclista cagliaritano, ha perso la vita in un drammatico incidente stradale. La sua moto si è scontrata frontalmente con un’auto che viaggiava in direzione opposta, per poi terminare la sua corsa in una scarpata.
Nonostante l’immediato intervento della polizia stradale, dei vigili del fuoco e di un’ambulanza del 118, per Matteo non c’è stato nulla da fare. I soccorritori, giunti tempestivamente sul posto, hanno potuto solo constatarne il decesso, lasciando un vuoto incolmabile tra chi lo conosceva e amava. Nell’incidente si registra anche un ferito, le cui condizioni non sono state rese note.
La vecchia Orientale Sarda, e in particolare il tratto di Campu Omu, è un percorso molto frequentato nei fine settimana dagli appassionati delle due ruote, attratti dalle sue curve e dai paesaggi mozzafiato. Tuttavia, proprio su quella strada, si sono consumate molte tragedie, rendendola tristemente nota per la sua pericolosità.
Matteo Demuro era un giovane con una grande passione per la moto, simbolo di libertà e avventura. Oggi, la comunità cagliaritana si stringe attorno alla famiglia del 34enne, ricordando un ragazzo che ha perso la vita inseguendo una delle sue più grandi passioni. Una passione che, purtroppo, si è trasformata in una tragedia su una strada che continua a mietere vittime.
Questo incidente, l’ennesimo in quel tratto, riaccende i riflettori sulla sicurezza della Orientale Sarda e sulle precauzioni necessarie per chi la percorre, specialmente nei giorni di maggiore afflusso. Ma oggi, più di ogni altra cosa, è il momento del dolore e del ricordo di Matteo, un giovane la cui vita si è spezzata troppo presto.
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