L’Isola dei Cavoli, un’incantevole gemma granitica che si staglia di fronte a Capo Carbonara, cattura l’attenzione per la sua bellezza selvaggia e per il curioso nome che porta. Questo piccolo paradiso naturale, immerso nelle acque cristalline della Sardegna, è avvolto da mistero e leggende che ne alimentano il fascino. In molti si interrogano sull’origine del suo nome, e due teorie principali cercano di darne spiegazione.
La prima ipotesi richiama il termine dialettale “cavurus”, che significa granchi. In passato, infatti, l’isola ospitava una straordinaria abbondanza di questi crostacei, che prosperavano accanto a una fauna ittica ricca e variegata e a una flora tipica delle isole mediterranee. Alcuni sostengono addirittura che la sagoma dell’isola ricordi quella di un grosso granchio, rafforzando ulteriormente il legame tra il suo nome e questa interpretazione.
La seconda spiegazione, invece, si rifà alla presenza del cavolo selvatico, che cresce rigoglioso sul terreno roccioso dell’isola, conferendole un aspetto unico e suggestivo. Secondo questa teoria, la denominazione sarebbe legata proprio alla diffusione di questa pianta, considerata una delle caratteristiche distintive dell’isola.
Qualunque sia l’origine del suo nome, è interessante sapere che l’Isola dei Cavoli fu abitata stabilmente solo a partire dagli anni Venti del Novecento, quando i guardiani del faro si insediarono in questo luogo remoto e incontaminato insieme alle loro famiglie. Fu in quel periodo che, probabilmente, il nome attuale prese piede, diventando il simbolo di una terra che, pur nella sua semplicità, sa incantare chiunque la visiti. Ogni dettaglio, dalla sua conformazione granitica alla ricca biodiversità marina che la circonda, contribuisce a rendere l’Isola dei Cavoli una meta indimenticabile, capace di raccontare storie antiche e di evocare immagini di un tempo in cui l’uomo e la natura convivevano in perfetta armonia.