Trovata l’anziana scomparsa a Perdaxius: vagava scalza a sei chilometri da casa

La scena è stata descritta come commovente: l'anziana camminava scalza lungo la strada, le scarpe strette saldamente tra le mani. Nonostante le difficoltà, le sue condizioni appaiono discrete, e questo porta ulteriore conforto alla comunità che temeva il peggio.
Addio a Nichi Grauso, il visionario che trasformò la comunicazione italiana

Nato a Cagliari il 23 aprile 1949 e scomparso oggi, 18 maggio 2025, ha anticipato il futuro della comunicazione, dell'informazione e della tecnologia in Italia e in Europa.
Nicola Grauso, per tutti “Nichi”, è stato molto più di un editore o imprenditore: è stato un pioniere, un innovatore, un visionario. Nato a Cagliari il 23 aprile 1949 e scomparso nella sua città il 18 maggio 2025, ha anticipato il futuro della comunicazione, dell’informazione e della tecnologia in Italia e in Europa. La sua vita è la storia di un uomo capace di immaginare ciò che ancora non esisteva – e di realizzarlo, spesso sfidando leggi, sistemi consolidati e persino governi.
Nel 1975, appena laureato in giurisprudenza, Nicola Grauso fonda Radiolina, la prima radio privata in Sardegna e una delle prime in Italia. Con un trasmettitore militare recuperato in un mercato di residuati bellici, due piatti e un mixer, dà voce a un’isola che non aveva mai avuto un mezzo di comunicazione così libero e diretto. Sfida le restrizioni normative dell’epoca, finisce sotto processo, ma vince: la sentenza che assolve Radiolina segna l’inizio della liberalizzazione dell’etere in Italia. È la prima di tante battaglie vinte contro l’immobilismo.
Non pago della rivoluzione radiofonica, nel settembre dello stesso anno Grauso fonda Videolina, la prima televisione privata sarda. Inizia con trasmissioni in bianco e nero e palinsesti artigianali, ma il suo spirito è moderno: porta il colore in tv prima della Rai, crea contenuti fortemente radicati nel territorio e punta su informazione, cultura e folklore. Il suo modello è vincente: Videolina arriva a coprire l’80% della popolazione dell’isola e diventa un punto di riferimento identitario per i sardi.
Nel 1985, Grauso compie un gesto che pochi avrebbero osato: acquista L’Unione Sarda, il quotidiano più antico dell’isola, ancora stampato a piombo. Lo trasforma in un laboratorio tecnologico e organizzativo. Porta i computer in redazione nel 1986, inaugura un centro stampa d’avanguardia nel 1987 e, nel 1994, fa dell’Unione Sarda il primo quotidiano d’Europa a essere pubblicato online, secondo al mondo solo al Boston Globe. In un’Italia che ancora non conosce Internet, Grauso è già nel futuro.
Nel 1991 esporta la sua visione oltre l’Italia. In piena transizione post-comunista, diventa co-proprietario del quotidiano Zycie Warszawy, il secondo per importanza in Polonia. Appoggiato da Lech Wałęsa e Solidarnosc, realizza un’altra rivoluzione: informatizza le redazioni, crea un centro stampa ipertecnologico e lancia Polonia 1, la prima rete televisiva privata nazionale polacca. Un sogno visionario che si infrangerà solo contro le nuove leggi di un Paese ancora in assestamento politico.
Sempre negli anni ’90, mentre il resto del Paese ignora la rete, Grauso fonda Video On Line, il primo internet provider globale d’Italia. L’idea è semplice e potente: portare la connessione in ogni angolo della penisola. Ancora una volta precorre i tempi, ma i costi sono enormi e l’infrastruttura troppo pionieristica per reggere. Nel 1996, cede tutto a Telecom Italia, che su quella base costruirà Tin.it, la piattaforma con cui milioni di italiani muoveranno i primi passi nel web.
Nel 1997, dopo uno scontro con la presidenza regionale sarda, Grauso lascia l’editoria e fonda il Nuovo Movimento, con un programma incentrato su zona franca, turismo, agricoltura e innovazione digitale. Alle elezioni comunali del 1998 si candida a sindaco di Cagliari, ottenendo oltre il 14% dei voti. Due anni dopo entra anche nel Consiglio regionale. Il suo ingresso in politica destabilizza il panorama sardo e provoca rotture clamorose anche all’interno del mondo giornalistico.
L’episodio che lo proietta definitivamente fuori dagli schemi è la vicenda Silvia Melis: Grauso afferma pubblicamente di aver pagato il riscatto per liberare la giovane sequestrata, versione smentita dalla magistratura. L’onda mediatica è travolgente. Il suo nome torna sulle prime pagine, ma la figura si fa sempre più controversa. Di lì a poco si ritirerà anche dalla politica, lasciando un’eredità fatta di innovazioni, battaglie e idee che hanno cambiato il Paese.
Nicola Grauso ha avuto il coraggio di forzare i limiti: della tecnica, della legge, dell’opinione comune. Ha anticipato Internet, le radio libere, la tv privata, l’informazione 24 ore su 24, la stampa digitale, la globalizzazione dei media. Ha creduto nella Sardegna come laboratorio d’innovazione e ha fatto della sua terra un polo di sperimentazione culturale e tecnologica. È stato un imprenditore, ma soprattutto un visionario. Uno di quelli che non si limitano a vedere il futuro: lo costruiscono.

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