Impresa per il Cagliari, crolla l’Atalanta: all’Unipol Domus finisce 2-1
A Cagliari i cuori tornano a battere a ritmo accelerato, la Domus sa che questa la deve vincere lei per la squadra esausta. Un corner per l’Atalanta in cui Djimsiti alza il gomito su Dossena, poi una doppia respinta acrobatica di Mina e Viola che palleggia e si prende un fallo per sigillare la vittoria. Passano sei minuti: è finita 2-1. Un’altra impresa che per i tifosi del Cagliari sarà impossibile dimenticare.
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Contro un’Atalanta reduce dalla controprestazione di Firenze in Coppa, Ranieri si affida a tre frecce come Gaetano, Shomurodov (in versione prima punta) e Oristanio, mentre Nandez torna a fare il quarto a destra in difesa.
L’altro promosso dal match col Verona è Sulemana. Gasperini sceglie Scamacca-Loockman come terminali offensivi. Il tiro di Ederson (alto) dal limite sporca il taccuino al 6’.
Al 9’, ingenuità di Nandez vicino alla bandierina: punizione di Lookman e controcross di De Roon, con doppio colpo di testa di Mina. Dopo 10 l’Atalanta ha messo il cappello nella metà campo rossoblù ed entrano in azione i contropiedisti di Ranieri. Ma dopo due tentativi incompleti, a è la Dea a colpire al 13° su invito di Lookman rasoterra che Scamacca, perso da Dossena, capitalizza con uno “scavetto” misurato sull’uscita di Scuffet: 0-1. Superiore nel palleggio, dominante sul piano atletico, l’Atalanta non ha motivo di cambiare il proprio piano tattico che inizia sempre dal basso.
Il Cagliari affanna e insegue un pallone che però fatica a governare. Al 26’ un errato disimpegno consente a Lookman di calciare ma il tiro è sbilenco. Le repliche rossoblù non vanno mai oltre i 20 metri atalantini, dove le maglie si infittiscono. Sulemana ci prova da fuori al 28’ ma ricava soltanto un angolo. Sale il tono della contesa, il Cagliari accetta lo scontro e sposta in avanti il baricentro, appoggiandosi a un generoso Shomurodov. Al 33’ spinta in area di Hateboer su Mina solo davanti alla porta e proteste rossoblù ancora inutili. Poco dopo Carnesecchi anticipa Shourodov in uscita. Lo stadio si incendia, è il miglior momento del Cagliari ma di concreto c’è poco. Sino al 42’: Shomurodov imbeccato da Gaetano semina il panico in aera atalantina, poi rientra e appoggia a sinistra per Augello che arriva in corsa e fulmina Carnesecchi per la sua prima rete in rossoblù. Pareggio meritato che il pubblico accoglie dando agli ospiti una dimostrazione del perché la Domus sia così temuta. Quasi un peccato che, dopo 2 minuti di recupero, il tempo finisca perché la squadra di Gasperini il colpo lo accusa, eccome.
La ripresa vede l’Atalanta con Bakker al posto di Hateboer e Zappacosta dirottato a destra. Ranieri, con una panchina tornata lunga, conferma i suoi undici e lo spirito con cui avevano finito la prima frazione. Le mosse di Gasperini però non sono finite: De Ketelaere e Tourè sono a entrare quando i compagni iniziano l’assedio all’area rossoblù. Per far loro posto e aumentare il potenziale offensivo escono Scamacca e Koopmeiners al 10’. Al quarto d’ora, una fiammata: su corner di Augello, Dossena svetta di testa ma manda alto. Replica Tourè, conclusione inefficace. La partita è vivace, la gente apprezza, nessuno molla. Gaetano sfiora il gol in mischia (chiude Toloi), sul corner Zappacosta parte in contropiede e, fermato da Gaetano, lo falcia: giallo. Al 20’ mentre Gaetano prova una conclusione complicata dal limite, si alza dalla panchina Luvumbo. Esce Shomurodov tra gli applausi. Nell’Atalanta dentro Holm per Zappacosta.
Il Cagliari non vuole mollare. Nandez conquista un calcio di punizione da destra: Augello cerca il secondo palo con un po’ troppo ottimismo, poi va a chiudere in corner dall’altra parte. Nandez si prende il più inutile dei cartellini gialli e, come Deiola, dovrà saltare l’Inter. Ammonito anche Toloi, il clima si surriscalda, l’arbitro fatica a tenere la gara in pugno. Ranieri vuole mettere un punto e a capo. Dentro Zappa, Azzi e Viola, fuori Augello (sommerso dagli applausi), Nandez e Gaetano per il quarto d’ora finale. Azzi ha subito la palla buona in contropiede al 36’ ma se la allunga e grazia la Dea. Intanto, dopo Sulemana e Augello, anche Deiola accusa crampi e lascia il posto a Wieteska. La partita diventa un ottovolante. Ci prova Viola (respinto), ci prova Luvumbo ma Carnesecchi è pronto. Il novantesimo arriva veloce ma la partita è viva più che mai: lo capisce il pubblico, lo capisce Viola che decolla come un supereroe sul cross da destra di Luvumbo e inchioda alla spalle di Carnesecchi il colpo di testa del 2-1. Il quarto uomo prolunga di 5 minuti la contesa.
A Cagliari i cuori tornano a battere a ritmo accelerato, la Domus sa che questa la deve vincere lei per la squadra esausta. Un corner per l’Atalanta in cui Djimsiti alza il gomito su Dossena, poi una doppia respinta acrobatica di Mina e Viola che palleggia e si prende un fallo per sigillare la vittoria. Passano sei minuti: è finita 2-1. Un’altra impresa che per i tifosi del Cagliari sarà impossibile dimenticare.
CAGLIARI (4-3-2-1): Scuffet; Nandez, Mina, Dossena, Augello; Sulemana, Makoumbou, Deiola; Gaetano, Oristanio; Shomurodov. A disposizione: Aresti, Radunovic, Wieteska, Zappa, Hatzidiakos, Lapadula, Prati, Viola, Obert, Luvumbo, Kingstone, Azzi, Di Pardo, Jankto. Allenatore: Claudio Ranieri
ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi; Toloi, Djimsiti, Kolasinac; Hateboer, De Roon, Ederson, Zappacosta; Lookman, Koopmeiners; Scamacca. A disposizione: Musso, Rossi, Holm, Hien, Pasalic, Tourè, De Ketelaere, Bakker, Ruggeri, Adopo, Bonfanti, Miranchuk. Allenatore: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Rapuano
Marcatori: Scamacca 13’, Augello 42’,
Ammoniti: DeRoon, Zappacosta, Deiola, Nandez, Toloi, Luvumbo
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L’architetto sardo che celebra la biodiversità con il suo giardino premiato a livello mondiale

In un'epoca in cui l'attenzione verso la sostenibilità e la biodiversità diventa sempre più cruciale, l'architetto sardo Jacopo Ducato Ruggeri emerge come una figura di spicco nel panorama internazionale del paesaggio.
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L’architetto sardo che celebra la biodiversità con il suo giardino premiato a livello mondiale.
In un’epoca in cui l’attenzione verso la sostenibilità e la biodiversità diventa sempre più cruciale, l’architetto sardo Jacopo Ducato Ruggeri emerge come una figura di spicco nel panorama internazionale del paesaggio.
Originario di Guspini e attualmente residente in Svizzera, Ducato Ruggeri ha conquistato il riconoscimento mondiale al concorso “Progettista dell’Anno 2025 under 30”, un evento annuale organizzato dalla Royal Horticultural Society (RHS), di cui Re Carlo III d’Inghilterra è patrono. Con il suo progetto “Dune Garden”, ha portato a casa il secondo posto, firmando un’opera che si distingue non solo per la sua bellezza estetica, ma anche per il suo messaggio forte e chiaro a favore della preservazione dell’ambiente.
“Dune Garden” non è semplicemente un giardino. È una celebrazione della biodiversità e dell’ecosistema, un invito a riflettere sul nostro rapporto con la natura. Allestito durante il Flower Show di Wentworth Woodhouse nel South Yorkshire, il giardino di Ducato Ruggeri si presenta come un paesaggio dunale immaginario, dove erbe morbide, primule e rose selvatiche si intrecciano con cardi ispidi e pini, omaggiando le peculiarità della flora locale. Jacopo ha saputo tradurre le suggestioni dei luoghi di origine, Guspini e Arbus, in un’opera che incarna perfettamente il concetto di bellezza inclusiva.
Il progetto ha catturato l’attenzione della BBC, che lo ha selezionato come giardino simbolo per un documentario dedicato alla visione del giovane architetto sardo. Non solo: “Dune Garden” ha attirato anche l’interesse di Brandon Thatchers, leader mondiale nella creazione di scenografie per il settore cinematografico e televisivo di Hollywood, che ha sponsorizzato il progetto per il suo enorme potenziale narrativo e visivo. Un risultato che conferma la validità della proposta di Ducato Ruggeri e il suo impegno nella valorizzazione di spazi naturali spesso trascurati.
Dal punto di vista progettuale, “Dune Garden” rappresenta un manifesto della botanica queer, un concetto secondo il quale la diversità non è solo accolta, ma celebrata in tutte le sue sfumature. L’architetto sottolinea come la vera bellezza di un ecosistema non risieda nel possesso o nel controllo, ma nell’accompagnare la natura nel suo processo di crescita. Questa filosofia di design si traduce in uno spazio accogliente e armonioso, dove il coltivato e il non coltivato coesistono senza sopraffazione, promuovendo un equilibrio virtuoso tra le diverse forme di vita.
Il progetto di Ducato Ruggeri invita a vivere la natura a piedi nudi, direttamente a contatto con il suolo sabbioso, lasciando impronte di un passaggio rispettoso. Il giardino è privo di cemento, richiamando la cultura svizzera del depavimentare, e gli arredi, realizzati in legno, si integrano perfettamente con l’ambiente circostante. Un’impareggiabile doccia all’aperto consente all’acqua di tornare a nutrire la terra, completando così un ciclo naturale che parla di responsabilità ecologica.
Ma “Dune Garden” non è solo un approdo di bellezza e sostenibilità. È anche un viaggio che unisce geografie e storie. Inizia dai luoghi d’origine di Jacopo, passando per la costa sarda con le sue dune spettacolari, fino ad arrivare alle influenze culturali e ambientali della Svizzera. Attraverso questo percorso, l’architetto racconta non solo la sua storia personale, ma anche quella di una comunità intera, evidenziando l’importanza di ripensare il nostro modo di interagire con l’ambiente.
Jacopo Ducato Ruggeri ha compiuto un’importante opera di sensibilizzazione, affermando che ogni pianta, ogni terreno, ogni elemento naturale ha un proprio valore intrinseco. Il suo approccio innovativo al giardinaggio invita a considerare il paesaggio come un linguaggio da scrivere e riscrivere, dove le piante, i suoli e i compost diventano un vocabolario attraverso cui esprimere idee di inclusione e rispetto. La biodiversità è, secondo lui, un concetto queer, che mette in luce la bellezza dell’eterogeneità e invita a riconoscere il valore di ogni forma di vita.
In un mondo in cui la crisi climatica è un tema sempre più presente, l’opera di Ducato Ruggeri si erge come esempio luminoso di come l’arte della progettazione di spazi verdi possa contribuire a un futuro più armonioso e sostenibile. Il suo “Dune Garden” non è solo un giardino, ma un manifesto per un cambiamento culturale che abbraccia la diversità in tutte le sue forme.
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