A illuminare i primi quarantacinque minuti di gioco ci pensa Bonazzoli che confeziona unq bella perla a un Cagliari poco brillante, portando in vantaggio il Verona. La prima frazione termina sullo 0-1. Nella ripresa la luce il Cagliari la rivede al settantaquattresimo con il gol di Sulemana entrato un minuto prima a sostituire Deiola. Lotta il Cagliari e si fa vedere più volte pericoloso, ma il match al novantasettesimo finisce in parità.

Primo tempo. È una partita è molto fisica quella in corso tra Cagliari e Verona sotto il grigio cielo cagliaritano. Le squadre si studiano, si scoprono poco e si spendono tanto sui scoprendosi sui duelli. A essere più pericolosa nei primi minuti all’Unipol Domus è la squadra di Ranieri, il primo squilli degli ospiti arriva al diciannovesimo minuto, ma si conclude con un nulla di fatto. È però sempre il Verona a sbloccare la partita. Mezz’ora di gioco e Bonazzoli con un esterno sinistro colpisce al volo e batte Scuffet non proprio perfetto. All’Unipol esulta il settore ospiti. La Nord incita i suoi, ma la relazione del cagliari sull’uno a zero è molto timida. Due i minuti di recupero concessi in questo primo tempo.

Secondo tempo. Rientrano in campo le squadre e subito trema il Cagliari. Lazovic segna a porta vuota su assist di Duda: interviene però il Var e la rete del centrocampista degli scaligeri viene annullata per fuorigioco. Riprende fiato anche il pubblico rossoblu che – finalmente- inizia a farsi sentire per stimolare i suoi. Reagisce il Cagliari che attacca con insistenza senza però riuscire a “gonfiare la rete” per parafrasare uno dei cori che cantano dalla Nord. Tre cambi nella panchina del Cagliari al settantatreesimo. Sulemana prende il posto di Deiola e non perde tempo: al settantaquattresimo arriva davanti a Montipò e insacca la palla alle sue spalle, siglando il gol del pareggio. Esplode lo stadio e si riaccende l’entusiasmo a dodici minuti dal fischio finale. Scade il novantesimo e Doveri concede sei milioni di recupero.

CAGLIARI (4-3-2-1): Scuffet; Zappa, Mina, Dossena, Augello (82’ Azzi); Nandez (72’ Oristanio), Makoumbou (72’ Prati), Deiola (72’ Sulemana); Shomurodov (46’ Viola), Luvumbo, Lapadula. A disposizione: Radunovic, Aresti, Viola, Prati, Hatzidiakos, Oristanio, Jankto, Wieteska, Sulemana, Obert, Kingstone, Azzi, Gaetano, Di Pardo. Allenatore: Ranieri

VERONA (4-2-3-1): Montipò; Tchatchoua, Dawidowicz, Magnani, Cabal; Serdar, Duda; Mitrovic (46’ Lazovic), Folorunsho, Bonazzoli (66’ Sluvov), Noslin (85’ Swiderski). A disposizione:Chiesa, Perilli, Lazovic, Henry, Swiderski, Centonze, Vinagre, Silva, Suslov, Charlys, Coppola, Cisse. Allenatore: Del Rosso.
Arbitro: Doveri
Marcatori: Bonazzoli 30’, Sulemana 74’,
Ammoniti: Duda, Magnani.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.