Nel tranquillo comune di Santa Giusta oggi si celebra un evento straordinario: il centesimo compleanno della signora Severina Foddis. Una vita intera di esperienze, gioie e sacrifici che si condensa in un giorno di festa per tutta la comunità.

Nata in questo stesso paese un secolo fa, Severina ha vissuto una vita ricca di significato, improntata ai valori della famiglia e della semplicità. Nel 1955, ha pronunciato il “sì” al suo amato Antonio Zaccheddu, con il quale ha condiviso gioie e dolori, costruendo insieme una famiglia solida e amorevole. Da questo matrimonio sono nati tre figli meravigliosi: M. Efisia, Sandro e Rita, che a loro volta hanno dato a Severina la gioia di essere nonna di quattro nipoti e addirittura di un pronipote.

Severina è sempre stata il cuore pulsante della sua famiglia e della comunità che l’ha vista crescere e fiorire. Una donna di poche parole ma di gesti significativi, il cui amore e dedizione hanno ispirato generazioni intere. La sua casa è stata sempre aperta a parenti, amici e vicini in cerca di conforto o semplicemente di una parola gentile.

Per celebrare questo straordinario traguardo, l’Amministrazione Comunale insieme a tutta la comunità ha voluto rendere omaggio alla signora Severina. Il sindaco Andrea Casu, a nome di tutti i cittadini, le ha consegnato un prezioso mazzo di fiori e una targa commemorativa, simboli di gratitudine e affetto per una vita spesa al servizio degli altri.

Oggi, mentre festeggiamo i 100 anni di Severina Foddis, riflettiamo non solo sulla lunghezza della sua vita, ma soprattutto sulla qualità dei suoi giorni. Una vita vissuta con semplicità, amore e dedizione alla famiglia e alla comunità. Che questo giorno sia solo uno dei tanti capitoli di una vita ancora ricca di gioie e soddisfazioni per questa straordinaria donna di Santa Giusta.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.