Da Nizza a Saint-Tropez: da qualche anno le terrazze della Costa Azzurra hanno dato il via ad un nuovo modo di gustare vini Rosé e Champagne. Le feste con vista mozzafiato sui panorami che contraddistinguono la costa della Provenza vengono accompagnate da calici colmi di cubetti di ghiaccio e Champagne o Rosé. Ciò che inizialmente potrebbe sembrare un’idea audace e innovativa, ora è diventata un fenomeno mondiale. Da Ibiza a Miami, passando per Dubai, Los Angeles, Shangai, Sydney e New York: la nuova tendenza del gustare champagne con ghiaccio ha portato con sé una vera e propria rivoluzione, espandendosi anche al vino rosé. È così che anche i brand di rosé più prestigiosi della Provenza e del mondo intero hanno iniziato a distribuire i “Vini On Ice” in bottiglie bianche appositamente create per questo tipo di degustazione. Oggi, il vino rosato fermo, ha acquisito una sua identità distintiva, guadagnando terreno come alternativa divertente e raffinata allo Champagne anche in Italia e diventando la prima scelta per chi cerca un’esperienza nuova, tanto che persino il famoso attore Brad Pitt ha firmato un accordo mondiale di distribuzione con Campari (specialista degli aperitivi) per il suo celebre Miraval Rosé.

Grazie alla sua versatilità, leggerezza e freschezza, il vino rosato non solo si adatta a qualsiasi tipo di abbinamento culinario, dall’asiatico alla pizza al crudo, ma è diventato il compagno perfetto per l’aperitivo, sfidando la tradizione che riservava lo Champagne solo ai brindisi conclusivi dei pasti. Il colore del rosato, associato all’amore e alla positività, ha reso questo vino un’icona moderna e attuale, contribuendo alla creazione di un immaginario più positivo e contemporaneo.

Ora, anche Cagliari si prepara ad accogliere una ventata di freschezza e glamour con l’arrivo del “Rosé On Ice” con serata esclusiva “La vie en rose” che si terrà sabato 24 febbraio al Soho disco club, in collaborazione con il brand So Chic!, il Cannonau di Capo Ferrato doc rosato fermo, frutto dello storico vitigno della zona di Castiadas e prodotto dalla cantina Tréguer & Tréguer, fondata quattro anni fa, da Jean-Paul e Isabelle Tréguer, coppia francese che si è trasferita a vivere a Villasimius, luogo in cui hanno creato questo Rosé di altissimo livello che sta ottenendo un grande successo in tutta la Sardegna e nell’Italia continentale, e che ha ormai varcato i confini con l’esportazione.

L’evento “La Vie en Rose” al Soho non solo offre l’opportunità di sperimentare questa nuova tendenza che unisce il vino rosato al ghiaccio, ma rappresenta anche un passo audace nella cultura notturna di Cagliari. Nel mondo delle discoteche, dove spesso la scelta si limita tra superalcolici (Gin Tonic) e bollicine, il “Rosé On Ice” si presenta come un’alternativa in linea con le tendenze dei luoghi più à la page del mondo. 

Molti giovani in tutto il mondo hanno già adottato l’abitudine di gustare il “Rosé On Ice” e, questo sabato, So Chic! ha deciso di portare questa nuova tendenza per la prima volta nel vivace panorama notturno cagliaritano, invitando gli amanti del buon vino a sperimentare il piacere di mettere il ghiaccio nel proprio bicchiere di Rosé.

Lo sapevate? A Monte Urpinu c’è una chiesetta che fu costruita nel periodo bizantino.

Seminascosta dagli alberi sorge, nel parco che precede il Tennis Club cagliaritano, una chiesetta dalle forme molto particolari, che ricordano in dimensioni molto minori la basilica più famosa di San Saturnino.

L’edificio conosciuto col nome di chiesa Aragonese è una chiesa sconsacrata di Cagliari. Sorge all’interno di un cortile, in via Pietro Leo, nel parco di Monte Urpinu.

L’edificio venne eretto tra il XVII e il XVIII secolo, per volontà di Giovanni Sanjust, barone di Teulada, sopra le rovine di una chiesa bizantina. Alla fine del XIX secolo la chiesetta venne restaurata, con l’aggiunta anche di alcune decorazioni in stile Liberty. I danni causati dai bombardamenti del 1943 richiesero ulteriori restauri, attuati nel 1968.

La chiesa Aragonese è di modeste dimensioni e presenta una piccola cupola bizantineggiante, su un corpo cubico, che potrebbe anche essere retaggio (almeno come rifacimento) della chiesa più antica.

Esternamente, presenta in facciata una finestra con balconcino in ferro battuto; lungo il fianco sinistro si trova un contrafforte. Il cupolino bizantineggiante, con copertura in coccio pesto, corona l’edificio. L’interno presenta un’unica navata, con copertura a capriate lignee, rette da mensole di pietra. Addossata alla controfacciata è presente una cantoria, o coro alto, anche questa in legno e sorretta da mensole. Il presbiterio, a pianta quadrangolare, è innalzato di un gradino rispetto al pavimento della navata; vi si accede tramite un arco a sesto acuto. Come già accennato, il presbiterio è coperto da una cupola, con base ottagonale, poggiante su pennacchi cilindrici.

L’edificio, restaurato dal Comune di Cagliari, è stato riaperto in occasione di Monumenti Aperti ed è destinato a ospitare iniziative culturali.