L’esperienza, il sogno agricolo e l’impegno per il Medio Campidano: Sandro Branca si candida al Consiglio Regionale
Generale dell'Esercito italiano, imprenditore agricolo, sindaco: sono tante le vite che Sandro Branca ha vissuto. Rappresentante autorevole del Medio Campidano, ha fatto della tenacia e della concretezza i suoi marchi di fabbrica [MESSAGGIO ELETTORALE].
Il 25 febbraio si avvicina e i sardi si preparano al voto per le Elezioni Regionali 2024.
“Conosco il valore del sacrificio, l’importanza del dedicarsi anima e corpo per il raggiungimento dei propri obiettivi.” Così si presenta Sandro Branca, candidato Consigliere Regionale per la circoscrizione del Medio Campidano, un uomo che si distingue nel panorama politico sardo per la sua vita eterogenea. Prima studente, poi Generale dell’Esercito Italiano in giro per il mondo, fino alla vita da imprenditore agricolo. Esperienze molto diverse tra loro che Sandro ha saputo tradurre in azioni concrete per il bene della comunità ricoprendo il ruolo di sindaco di Genuri, paese in cui è nato e cresciuto. Ora, alla vigilia delle elezioni regionali in Sardegna del 2024, Branca si candida come Consigliere Regionale, portando con sé una visione ambiziosa per il futuro della regione.
La sua è stata una carriera piena di stimoli: ci può raccontare qualcosa in più sul suo background?
Ho trascorso una giovinezza fatta di sport, studio e divertimento a Genuri, il mio paese d’origine. Crescendo, ho deciso di intraprendere la vita militare. Così, quasi per scommessa, ho deciso di partecipare al concorso dell’Accademia Militare, con la consapevolezza di non avere nulla da perdere. La mia storia inizia così, con l’ammissione tra i Cadetti del 166^ Corso Dignità. Un percorso emozionante, colmo di sfide e soddisfazioni personali: nonostante l’impegno militare, non ho mai abbandonato gli studi, conseguendo una prima laurea in Scienze Strategiche e una seconda in Economia. Ma fu un periodo ricco anche di momenti più mondani che mi hanno fatto capire quanto fosse grande il mondo al di fuori della Sardegna. Come quando, in occasione del ballo delle debuttanti, ebbi l’onore di accompagnare una giovane contessina italo inglese nel suo ingresso in società. Raggiunsi l’apice della carriera personale ottenendo il grado di Generale, un risultato al quale arriva solo un numero limitatissimo degli accademici ogni anno. Dopo varie missioni all’estero tra Sarajevo, Mostar, Bosnia e Kossovo, venni promosso come colonnello e tornai in Sardegna come Comandante della Base Militare di Teulada.
Dopo una carriera militare di successo, cosa l’ha portata a decidere di rientrare in Sardegna ed entrare in politica?
Il richiamo delle radici. In Sardegna avevo la mia famiglia e una bellissima azienda agricola di cui sentivo la necessità di prendermi cura: la tenuta San Giorgio, un’attività pluriculturale appartenuta prima alla mia famiglia e poi a me. La competizione in questo settore è alta, quindi pensai strategicamente che serviva un prodotto di qualità ed eccellenza. Ecco perché, quando rilevai l’azienda, decisi di concentrarmi sull’olivicoltura di nicchia. In seguito, i miei compaesani mi spinsero a candidarmi come sindaco, nonostante le incertezze iniziali riuscirono a convincermi, e nel 2021 assunsi il ruolo, ottenendo risultati tangibili.
Quali sono le soddisfazioni più grandi ottenute durante il suo mandato?
Quello del sindaco è un lavoro difficile, di grande responsabilità, sei il punto di riferimento per un’intera comunità, ma è un lavoro che può darti anche tante soddisfazioni. I progetti conclusi e quelli ancora in corso sono tanti. Abbiamo riposto una grande attenzione per le vie di comunicazioni extraurbane e rurali, realizzando strade comunali, di penetrazione agraria e soprattutto, sostituendoci alla provincia nella manutenzione straordinaria della strada provinciale 45, ferma da 40 anni, i cui lavori sono stati completati in soli nove mesi. Ci siamo dedicati alla riqualificazione del territorio con il progetto di unificazione tra il Parco San Marco e Piazza Milite Ignoto, che culminerà entro il 2024 con la realizzazione dell’ambizioso Museo del Nuraghe, diventando un biglietto da visita elegante e funzionale per il nostro piccolo borgo. Nel mentre, altri importanti progetti hanno già preso il via, come la costruzione del centro integrato per anziani.
Parliamo della struttura integrata per anziani. Qual è l’approccio innovativo di questo progetto?
Prima di iniziare i lavori per la struttura integrata mi sono posto una domanda: “Dove vorrei vivere a 80 anni?”. È stata questa riflessione che mi ha portato a sviluppare il progetto di una struttura integrata eco-friendly, con un grande parco verde popolato da ulivi secolari, piscina riabilitativa e palestra, il tutto alimentato da fonti energetiche rinnovabili. L’anziano mette sullo stesso piano la necessità di assistenza a quella di autonomia, ecco perché saranno proprio loro a decidere di quali servizi usufruire. Possono recarsi alla struttura solo per i pasti o solo per dormire, possono decidere di fare un salto in piscina o nella palestra, oppure, decidere di frequentarla per intere giornate. Inoltre, la ditta che otterrà la gestione non avrà alcun tipo di costi, perché questi saranno abbattuti.
A proposito di energie rinnovabili, pensa sia possibile conciliare la necessità di energia con la salvaguardia dell’ambiente e del valore storico e culturale del nostro territorio?
Assolutamente. Occorre cambiare paradigma. Le fonti alternative sono il futuro, ma è necessario il coinvolgimento delle comunità locali. Il cambiamento non deve calare dall’alto, non è concepibile inserire delle pale eoliche in territori agricoli o turistici, intere distese fotovoltaiche all’interno di campi destinati all’agricoltura, o turbine che deturpano il paesaggio. Andrebbero, invece, sfruttate le aree industriali dismesse, così da creare non solo energia, ma anche nuovi posti di lavoro per assicurare la loro manutenzione e funzionamento.
Quali obiettivi si è prefissato?
Quello che più mi sta a cuore è l’efficienza, serve una lotta all’eccessiva burocrazia del nostro Paese. Faccio un esempio: sono necessari interventi sulla tempistica dei contributi, il sistema così com’è adesso fa si che centinaia di agricoltori sardi si indebitino ogni anno con le banche, una situazione non più sostenibile. Una terra per prosperare, poi, necessita dei suoi giovani, e per mantenere i giovani nel nostro territorio vanno abbattute le difficoltà di comunicazione, sia quelle digitali che quelle reali in senso generale: serve, infatti, una nuova rete di trasporti, più efficiente e con costi accessibili.
Ritengo, infine, sia fondamentale un contatto costante con la comunità, sarà mio obiettivo recepire le esigenze del territorio, trasmetterle ai vertici ma, soprattutto, cercare di portare soluzioni.
[MESSAGGIO ELETTORALE ai sensi della legge 22 febbraio 2000, n. 28, come modificata dalla legge 6 novembre 2003, n. 313 e dalla legge 23 novembre 2012, n. 215, in materia di disciplina dell’accesso ai mezzi di informazione, di cui alla delibera n. 453/22/CONS del 21 dicembre 2022, recante “Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alle elezioni delle regioni Lazio e Lombardia indette per i giorni 12 e 13 febbraio 2023”, così come confermato dalla delibera Agcom N. 29/24/CONS].
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