Il Panfago Sardo: la cavalletta gigante tozza e goffa, che salta con molta difficolta

Il Panfago Sardo mostra preferenze per la solitudine, vivendo in modo tranquillo e nutrendosi principalmente di foglie di graminacee e leguminose. Il suo ciclo di vita si completa in due anni, con gli stadi giovanili che si sviluppano durante l'inverno.
Nascosto tra i paesaggi incolti e soleggiati della Sardegna, il Panfago Sardo (Pamphagous sardeus) emerge come uno degli ortotteri più imponenti dell’Italia. Appartenente alla famiglia Pamphagidae, questo insetto tozzo e maestoso ha conquistato il suo posto nel panorama della fauna sarda.
La femmina, dominante in grandezza rispetto al maschio, può raggiungere una lunghezza notevole di 10 centimetri. Il suo colore di base, una sfumatura di verde, è adornato da variegate screziature. Ciò che rende unico il Panfago Sardo è la sua conformazione peculiare, con ali ridotte a due piccoli moncherini. A causa delle sue dimensioni imponenti, il Panfago Sardo salta con una certa difficoltà ed è noto per la sua sedentarietà, risultando inoffensivo per le coltivazioni umane, a differenza di altre cavallette.
Questo magnifico insetto è un’esclusiva sarda, popolando l’isola con una distribuzione non uniforme. Sebbene le sue popolazioni siano numerose, è presente in modo abbastanza diffuso, particolarmente nelle zone incolte, soleggiate e scarsamente alberate, nonché nella macchia mediterranea, dall’altitudine del mare fino a 1.500 metri.
Il Panfago Sardo mostra preferenze per la solitudine, vivendo in modo tranquillo e nutrendosi principalmente di foglie di graminacee e leguminose. Il suo ciclo di vita si completa in due anni, con gli stadi giovanili che si sviluppano durante l’inverno, raggiungendo l’età adulta durante la primavera successiva.

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