Lo sapevate? Sa Tundimenta è uno dei momenti più importanti nel mondo pastorale sardo: origini e storia

Un rito antico quello della tosatura delle pecore, uno dei momenti più importanti del mondo pastorale. Un evento scandito dall’arrivo della primavera, necessario per il benessere del gregge e momento di amicizia e alleanza. Una tradizione della nostra Isola da preservare
Durante la stagione del risveglio della natura, conosciuta in Limba come “In beranu”, la primavera sarda si veste di tradizione e di antichi riti. È questo il periodo in cui il calore crescente avvolge i pascoli e i pastori sanno che è giunto il momento di liberare le pecore dal loro folto e pesante vello, attraverso il rito della tosatura, chiamato “sa tundimenta”.
La tosatura in Sardegna non è semplicemente un gesto dettato dalla necessità, ma un rito antico che si ripete da millenni, tramandato di generazione in generazione come un’eredità preziosa. È un momento di profonda connessione tra l’uomo e la natura, un atto che va ben oltre la mera pratica della cura degli animali, perché racchiude in sé il respiro della tradizione e l’eco di una civiltà pastorale che ha fatto della simbiosi con la terra la propria essenza. In questa occasione, i pastori si riuniscono, e con gesti esperti, affinati dal tempo e dall’esperienza, rinnovano un legame antico con il proprio gregge, consapevoli di perpetuare un sapere che affonda le sue radici nella notte dei tempi. La tosatura non è solo una fase del ciclo produttivo, ma un momento quasi sacro, in cui la fatica si mescola all’orgoglio di chi sa di appartenere a un mondo autentico, scandito dai ritmi della natura e dalla forza delle tradizioni.
Questo momento, in molti luoghi dell’isola, mantiene ancora oggi un’aura di sacralità, con cerimonie e gesti tramandati con cura da generazioni. Ogni dettaglio racconta storie di famiglie, di comunità unite nel lavoro e nella celebrazione di una tradizione che si rinnova ogni anno.
Il tempo della tosatura varia a seconda delle zone: nelle aree costiere, dove il clima si riscalda prima, si procede già all’inizio della primavera, mentre nelle zone montane, più fresche e remote, si aspetta fino all’estate inoltrata. Questo calendario naturale non è solo una necessità climatica, ma riflette anche l’adattamento millenario della cultura pastorale alle diverse sfaccettature dell’ambiente sardo.
In passato, sa tundimenta rappresentava anche il culmine di un altro evento fondamentale: il rientro dei pastori e delle greggi da sa tramuda, la transumanza invernale verso i pascoli più fertili e dal clima più mite. Per mesi, uomini e animali affrontavano insieme lunghe migrazioni, alla ricerca di pascoli verdi che garantissero il sostentamento durante la stagione fredda. Il ritorno segnava non solo la fine di un ciclo, ma anche il rinnovarsi del legame tra uomo, animale e territorio.
Oggi, la tosatura continua a essere una celebrazione che racchiude fatica, competenza e bellezza. È un momento di condivisione, spesso accompagnato da canti tradizionali, banchetti e una partecipazione collettiva che rende omaggio all’eredità culturale e al profondo rapporto che i sardi coltivano con la loro terra e le loro tradizioni. Sa tundimenta è più di un’operazione agricola: è una finestra su un passato che si intreccia al presente, un’esperienza che invita a scoprire e vivere l’autenticità della Sardegna.
Sa tundimenta ha inizio all’alba con il raduno delle pecore all’interno de “sa corti”, un antico recinto chiuso di forma circolare in pietra, o in un altro spazio adibito.
Di volta in volta le pecore vengono prelevate singolarmente da questo, e sdraiate sul dorso con una abile e fulminea mossa.
Sdraiate a terra, vengono “trobias” cioè legate, in questo caso tutte le zampe affinché immobilizzate sia più facile effettuare l’operazione.
Un tempo venivano utilizzati “is ferrus ‘e tundimenta”, così denominate le forbici di ferro brunito, appuntite, grandi, lunghe oltre 30 centimetri, con lame triangolari affilatissime prive di viti e a fare da molla è una curvatura del ferro posta sul manico.
Per utilizzare questi arnesi serviva grande abilità e destrezza in quanto senza esperienza e queste abilità poteva essere ferito l’animale. Oggi “sa tundimenta” viene effettuata soprattutto tramite rasoi meccanici. Bisogna tosare la pecora in tutte le parti del corpo, dalla testa fino alla coda e bisogna effettuare l’operazione in modo tale che il vello sia composto e uniforme.
Finite le operazioni di taglio, la pecora viene liberata e riportata nello spazio recintato. La lana un tempo era un elemento importante, in quanto poteva essere venduta o utilizzata e lavorata nei telai familiari per realizzare capi in lana. Oggi resta importante oltre alleggerire l’animale dal pesante vello, anche per evitare impedimenti nel movimento.
Il banchetto rappresenta una cerimonia, organizzato dal proprietario del gregge, momento conviviale per i partecipanti alla tosatura nel quale in passato si stringevano amicizie e alleanze. Immancabili le partite “ de murra”, la tradizionale morra, durante le quali i giocatori davano prova della propria abilità animando partite infinite. Non mancavano i canti a “tenore” e a “muttetu”, espressioni canore tradizionali della nostra Isola.

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