Ad Aggius un salto indietro nel tempo con il Museo del banditismo e il MEOC
Aggius, uno dei “Borghi autentici d’Italia” incastonato alle falde di una corona di monti granitici, è patria di due bellissimi musei: il Museo del Banditismo e il Museo Etnografico Oliva Carta Cannas. Entrambi, pur nelle loro diversità, danno una testimonianza importante di quel che il borgo fu in periodi lontani. Pronti a un viaggio nel tempo?
Un borgo dal sapore autentico della tradizione sarda: Aggius
È “Bandiera Arancione”, fa parte dei “Borghi autentici d’Italia” e, incastonato alle falde di una corona di monti granitici, è capace di incantare con il fascino wild dei posti di montagna, quelli che sono ricchi di rocce, di grotte, di sculture naturali: Aggius, in provincia di Sassari, è un gioiello isolano circondato dalla natura, da macchia mediterranea e da boschi ma non solo: presenti anche nuraghi e altri siti d’interesse archeologico.
È anche un luogo dove sono sopravvissute alcune tecniche antiche, quelle tradizionali sarde che si sono decisamente perse, vinte dalla modernità: si lavorano sughero e granito, la filigrana, si tessono ancora – rigorosamente a mano – i tappeti e ci sono anche tradizioni popolari che fanno tornare indietro nel tempo chi abbia la fortuna di visitare questo centro.
Ma Aggius, nel cuore della Gallura, è anche patria di due bellissimi musei: il Museo del Banditismo e il Museo Etnografico Oliva Carta Cannas. Entrambi, pur nelle loro diversità, danno una testimonianza importante di quel che il borgo fu in periodi lontani.
Il Museo del Banditismo, scrigno di ricordi passati
Uno dei musei più interessanti da visitare nell’Isola è proprio quello del banditismo sardo. Ma perché proprio ad Aggius? Be’, pare che in un passato lontano il borgo che oggi conosciamo come perla di bellezze fosse un autentico centro leader nel traffico clandestino di cereali, tanto che nel 1726 era presente un rapporto dettagliato, redatto dalle autorità locali, che spiegava la presenza nei litorali delle “Cussorge” più lontane di orde di contrabbandieri e di abigeatari – come si legge nel sito del museo.
E non solo: ad Aggius, che all’epoca vantava un territorio vastissimo, non tramontava mai il sole senza omicidi, agguati, furti e altri reati. In tutta la Sardegna, direte, e alcuni potrebbero dar ragione a questa teoria… ma ad Aggius, be’, le cose erano ancor più particolari.
È del 1766 il “pregone” del viceré Francesco Ludovico Costa in cui si minaccia la distruzione della villa di Aggius perché “scandaloso ricovero a favore… di banditi e facinorosi”. Oggi il testo integrale campeggia sulla facciata dello stabile che ospita il Museo.
Sebbene la versione popolare desse una visione romantica del bandito – colui che, per questioni d’onore, era caduto in disgrazia e doveva essere aiutato e rispettato, nonché difeso e protetto – l’idea che ne vuole dare il Museo è differente: non si mitizzano le loro gesta – come appunto si legge – ma si vuole sottolineare l’importanza di agire sempre sotto legalità in modo che la mentalità comune si indirizzi verso la moralità pubblica.
Insomma, nessun inno: solo un grande patrimonio di informazioni, un posto dove trovare delle testimonianze importanti, affascinanti e interessanti che riguardano tempi lontani.
Quattro sono le sale in cui è articolato il museo, che accolgono una documentazione attenta, precisa e dettagliata e non solo: presenti anche oggetti che ricordano i tempi che furono.
Una teca è dedicata al bandito aggese Sebastiano Tansu, chiamato anche “Il muto di Gallura” – che ispirò l’omonimo libro di Enrico Costa. Tansu era uno dei più feroci e disperati protagonisti del romanzo di Costa, storico, ambientato sullo sfondo di una tremenda faida che dal 1850 al 1856 devastò il territorio di Aggius.
Il museo si propone anche di compiere ricerche su testimonianze dell’uomo e del suo ambiente.
Ah, ultima chicca interessante: il Museo del banditismo è collocato in quelli che sono i locali dell’ormai ex Pretura, nella zona più antica del paese… una zona, inoltre, dove vennero commessi, in passato, tanti omicidi.
Un museo che racchiude la storia, le tradizioni e la cultura galluresi: il Museo Etnografico Oliva Carta Cannas (MEOC)
Altra gemma di Aggius è il Museo Etnografico Oliva Carta Cannas – chiamato anche MEOC –, considerato prezioso e suggestivo scrigno di storia, tradizioni e cultura gallurese dal 1600 fino ad oggi.
La struttura è solenne, suggestiva, e gli ambienti espositivi ampi e curati: questo consente un tuffo nei tempi che furono ancor più fascinoso.
Nella “Casa tradizionale”, perfetta ricostruzione dell’abitazione di epoche antiche, si può respirare il passato grazie ad arredi e a oggetti d’uso quotidiano, in quello che è più un percorso che una semplice visita. Non solo si può passare attraverso a tutti gli step dell’economia domestica e della produzione alimentare, ma si può effettuare un autentico viaggio nel tempo grazie ai costumi d’epoca.
E, in sottofondo, in quella che è un’esperienza unica, il caratteristico canto di Aggius con i suoi brani più caratteristici.
Nel museo, vengono anche presentati gli antichi strumenti di lavoro, le tecniche di preparazione dei tessuti tipici e delle fasi di preparazione della lana.
Altre meravigliose testimonianze sono la “Mostra Permanente del Tappeto Aggese”, preziosissimo manufatto conosciuto in tutta l’Isola e all’estero, e – organizzata con cadenza annuale – la “Mostra temporanea” sui temi di tradizione, costume, territorio, arte. Si possono visionare nella Sala Congressi, in un’ottica di perfetto allineamento con quel che fu, dei filmati su usi e costumi del territorio.
I laboratori meritano una menzione: sono organizzati dietro prenotazione e offrono una full immersion in alcune pratiche arcaiche. Particolarmente apprezzato, il laboratorio del pane della festa – tecnica in Sardegna sempre molto viva e apprezzata – e quelli della lavorazione della lana e di tessitura. Molto belli anche quello degli antichi giochi di strada, quello sartoriale – con ricostruzione di antiche bambole di pezza –, quello di bella grafia o sulle erbe (aromatiche o mediche).
Tempi lontani che diventano vicini grazie alla magia delle ricostruzioni.
Insomma, un piccolo centro che offre – come con una navicella spaziale – un salto all’indietro, da agguati, rapimenti e omicidi a semplice vita domestica, con tessitura e preparazione di pane e altro.
Contenuto realizzato in collaborazione con la Regione Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio
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