Partita delle 18 al Bentegodi tra Verona e Cagliari. A condurre il primo tempo sono i rossoblu che però mancano il colpo vincente, mentre i veneti appaiono poco lucidi,. Solo Suslov impegna Scuffet.
Nella ripresa i sardi restano in dieci, il Verona ne approfitta e sblocca la gara. Prova a lottare la squadra di Ranieri, ma Djuric al novantesimo chiude sul 2-0 la gara. Una squadra come il Cagliari, abituata a fare miracoli nel recupero, alla vigilia del Natale viene condizionata da un arbitraggio – discutibile- di Orsato. E la sconfitta al Bentegodi, dove una vittoria manca dal 1972, è davvero dura da digerire.

Primo tempo. La prima occasione è per il Cagliari con Pavoletti che verticalizza per Nandez, l’uruguaiano da posizione defilata non riesce a inquadrare la porta.
Palo di Prati all’undicesimo minuto che si coordina bene da fuori area e tira verso la porta, Montipò riesce a deviare il pallone e mandarlo sul palo. Makoumbou conquista al tredicesimo minuto per fallo tattico a centrocampo. Al sedicesimo minuto il Cagliari è ancora pericoloso: Viola serve con un pallone alto Nandez che prova con un pallonetto a sorprendere Montipò, palla a lato. Venticinquesimo minuto di gioco, Oristanio si guadagna un calcio d’angolo con un tiro deviato. Dal cross del corner Dossena sul secondo palo non riesce a deviare a rete. Palla sul fondo. Siamo al ventisettesimo minuto e arriva la prima occasione per il Verona: la percussione e tiro dalla sinistra di Suslov chiama in causa Scuffet che devia in calcio d’angolo. Una tegola per i sardi, il Var annulla al trentasettesimo minuto il gol di Goldaniga che di testa batte Montipò dopo un cross dalla trequarti. Il fuorigioco è millimetrico. Dopo un minuto di recupero, termina il primo tempo con punteggio di 0-0.

Secondo tempo. Per il Cagliari scendono in campo gli stessi 11 del primo tempo, per il Verona entra Djuric al posto di Henry e Doig per Terracciano. Subito un’occasione per il Verona al quarantasettesimo minuto: cross in area e Djuric non riesce a controllare il pallone per deviarlo in rete. Il Cagliari non perde tempo e resta in dieci: espulsione per Makoumbou al cinquantunesimo minuto. Altro fallo tattico a centrocampo che gli costa il doppio giallo e l’espulsione.
Il Verona va in vantaggio con Ngonge al cinquantatreesimo minuto. Incomprensione della difesa non ancora organizzata dopo l’espulsione di Makoumbou che permette all’attaccante veneto di scagliare col mancino sul secondo palo.
La partita rischia di innervosirsi e Orsato ammonisce Suslov e Viola dopo un faccia a faccia a seguito di un contatto di gioco. Al
sessantanovesimo minuto arriva l’ammonizione per Ngonge dopo un diverbio con Nandez. I sardi in dieci faticano a essere pericolosi e concedono maggiori occasioni ai veronesi, che non riescono a finalizzare. Le due squadre sembrano sulle gambe. Sostituzione all’ottantacinquesimo minuto: esce Goldaniga ed entra Lapadula, il Cagliari tenta il tutto e per tutto.
È Scuffet a tenere in piedi il Cagliari: Mboula arriva tutto solo dalla destra davanti a scuffet, parte il tiro e c’è una grande risposta del portiere Cagliaritano. Poco prima un tiro di Duda dal limite dell’area finisce di poco sopra la traversa.
Ma la partita si chiude allo scoccare del novantesimo con un Gol di Djuric che batte un rigore in movimento su assist di Mboula dopo una sua percussione sulla destra. Scuffet nulla può sul tiro. Saranno cinque minuti di recupero, ma a nulla serviranno a salvare il Cagliari. Occasione per soulemana per il gol della bandiera al novantacinquesimo: vari rimpalli in area di rigore e palla che finisce tra i piedi del giocatore rossoblù, palla alta. Finisce 2-0
al Bentegodi.

VERONA (4-2-3-1): Montipò; Tchatchoua, Hien, Dawidowicz, Terracciano (46’ Diirg); Duda, Hongla; Ngonge (77’ Mboula), Suslov, Saponara (68’ Lazovic); Henry (46’ Djuric). All. Baroni. A disposizione: Berardi, Perilli, Amione, Doirg, Lazoic, Djuric, Cruz, Kallon, Magnani, Cabal, Lima, Coppola, Mboula, Bonazzoli.

CAGLIARI (4-3-1-2): Scuffet; Hatzidiakos (77’ Azzu), Goldaniga (86’ Lapadula), Dossena; Nandez, Prati, Makoumbou, Augello (57’ Luvumbo); Viola (57’ Sulemana), Oristanio (77’ Zappa), Lapadula. Allenatore: Claudio Ranieri
A disposizione: Radunovic, Aresti, Mancosu, Lapadula, Deiola, Pereiro, Jankto, Wieteska, Kakari, Zappa, Petagna, Obert, Dentello, Luvumbo, Di Pardo

Arbitro: Orsato
Marcatori: 53’Ngonge, 90’ Djuric,
Ammoniti: Makoumbou (espulso), Duda, Viola, Suslov, Ngonge, Sulemana

L’architetto sardo che celebra la biodiversità con il suo giardino premiato a livello mondiale.

In un’epoca in cui l’attenzione verso la sostenibilità e la biodiversità diventa sempre più cruciale, l’architetto sardo Jacopo Ducato Ruggeri emerge come una figura di spicco nel panorama internazionale del paesaggio.

Originario di Guspini e attualmente residente in Svizzera, Ducato Ruggeri ha conquistato il riconoscimento mondiale al concorso “Progettista dell’Anno 2025 under 30”, un evento annuale organizzato dalla Royal Horticultural Society (RHS), di cui Re Carlo III d’Inghilterra è patrono. Con il suo progetto “Dune Garden”, ha portato a casa il secondo posto, firmando un’opera che si distingue non solo per la sua bellezza estetica, ma anche per il suo messaggio forte e chiaro a favore della preservazione dell’ambiente.

“Dune Garden” non è semplicemente un giardino. È una celebrazione della biodiversità e dell’ecosistema, un invito a riflettere sul nostro rapporto con la natura. Allestito durante il Flower Show di Wentworth Woodhouse nel South Yorkshire, il giardino di Ducato Ruggeri si presenta come un paesaggio dunale immaginario, dove erbe morbide, primule e rose selvatiche si intrecciano con cardi ispidi e pini, omaggiando le peculiarità della flora locale. Jacopo ha saputo tradurre le suggestioni dei luoghi di origine, Guspini e Arbus, in un’opera che incarna perfettamente il concetto di bellezza inclusiva.

Il progetto ha catturato l’attenzione della BBC, che lo ha selezionato come giardino simbolo per un documentario dedicato alla visione del giovane architetto sardo. Non solo: “Dune Garden” ha attirato anche l’interesse di Brandon Thatchers, leader mondiale nella creazione di scenografie per il settore cinematografico e televisivo di Hollywood, che ha sponsorizzato il progetto per il suo enorme potenziale narrativo e visivo. Un risultato che conferma la validità della proposta di Ducato Ruggeri e il suo impegno nella valorizzazione di spazi naturali spesso trascurati.

Dal punto di vista progettuale, “Dune Garden” rappresenta un manifesto della botanica queer, un concetto secondo il quale la diversità non è solo accolta, ma celebrata in tutte le sue sfumature. L’architetto sottolinea come la vera bellezza di un ecosistema non risieda nel possesso o nel controllo, ma nell’accompagnare la natura nel suo processo di crescita. Questa filosofia di design si traduce in uno spazio accogliente e armonioso, dove il coltivato e il non coltivato coesistono senza sopraffazione, promuovendo un equilibrio virtuoso tra le diverse forme di vita.

Il progetto di Ducato Ruggeri invita a vivere la natura a piedi nudi, direttamente a contatto con il suolo sabbioso, lasciando impronte di un passaggio rispettoso. Il giardino è privo di cemento, richiamando la cultura svizzera del depavimentare, e gli arredi, realizzati in legno, si integrano perfettamente con l’ambiente circostante. Un’impareggiabile doccia all’aperto consente all’acqua di tornare a nutrire la terra, completando così un ciclo naturale che parla di responsabilità ecologica.

Ma “Dune Garden” non è solo un approdo di bellezza e sostenibilità. È anche un viaggio che unisce geografie e storie. Inizia dai luoghi d’origine di Jacopo, passando per la costa sarda con le sue dune spettacolari, fino ad arrivare alle influenze culturali e ambientali della Svizzera. Attraverso questo percorso, l’architetto racconta non solo la sua storia personale, ma anche quella di una comunità intera, evidenziando l’importanza di ripensare il nostro modo di interagire con l’ambiente.

Jacopo Ducato Ruggeri ha compiuto un’importante opera di sensibilizzazione, affermando che ogni pianta, ogni terreno, ogni elemento naturale ha un proprio valore intrinseco. Il suo approccio innovativo al giardinaggio invita a considerare il paesaggio come un linguaggio da scrivere e riscrivere, dove le piante, i suoli e i compost diventano un vocabolario attraverso cui esprimere idee di inclusione e rispetto. La biodiversità è, secondo lui, un concetto queer, che mette in luce la bellezza dell’eterogeneità e invita a riconoscere il valore di ogni forma di vita.

In un mondo in cui la crisi climatica è un tema sempre più presente, l’opera di Ducato Ruggeri si erge come esempio luminoso di come l’arte della progettazione di spazi verdi possa contribuire a un futuro più armonioso e sostenibile. Il suo “Dune Garden” non è solo un giardino, ma un manifesto per un cambiamento culturale che abbraccia la diversità in tutte le sue forme.