Lo sapevate? I muretti a secco sono patrimonio dell’Umanità
Nel 2018 l’Unesco ha inserito il muretto a secco nel patrimonio immateriale dell’Umanità.
Il muro a secco, elemento identitario del paesaggio sardo, è realizzato con una tecnica costruttiva che richiede grande sapienza ed esperienza: nella scelta dei materiali, nella dislocazione e nella sistemazione delle pietre che devono combaciare perfettamente per vincere su gravità e intemperie.
Ma sapevate che l’UNESCO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, nel 2018 ha incluso l’arte dei muretti a secco nella lista degli elementi immateriali del Patrimonio dell’Umanità? L’Unesco ha accolto la candidatura avanzata da Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera, dove la realizzazione di strutture murarie senza leganti è diffusa da sempre. Si tratta di uno dei modi di costruire più antichi e maggiormente integrati nell’ambiente, diffuso in tutte le regioni italiane.
Per esempio, si tratta di uno degli elementi caratterizzanti il paesaggio agrario della Sardegna, tutelato da tempo dalla disciplina del piano paesaggistico regionale (1° stralcio costiero, decreto presidenziale n. 82 del 7 settembre 2006). Un riconoscimento di grande valore per un elemento identitario di molti territori.
“L’arte del ‘Dry stone walling’ riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secco”, spiega l’Unesco nella motivazione del provvedimento. Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese. “Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l’applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo”in cui viene utilizzata, spiega ancora l’Unesco. I muri a secco, sottolinea l’organizzazione, “svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura”.
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