“Tornate nella giungla”: insulti razzisti nei confronti di un gruppo di bambini a Nora. La denuncia dell’educatrice

L'incredibile vicenda raccontata da un'educatrice.
Episodio increscioso venerdì 1 settembre nella spiaggia di Nora.
Un’educatrice di un centro estivo del quartiere Marina di Cagliari, Alessandra Atzori che è anche giornalista, ha denunciato il trattamento ricevuto dal gruppo di ragazzini di cui era responsabile da parte di una turista lombarda di circa 50 anni che avrebbe passato la giornata a ricoprirli di insulti, soprattutto di carattere razzista e xenofobo. Molti dei bimbi del gruppo erano infatti figli di migranti stranieri.
“Ieri, 1 settembre, (il post è del 2 giugno, ndr), ultima settimana di centro, abbiamo deciso di fare una gita – racconta l’educatrice -. Destinazione, uno stabilimento balneare a Nora. Peccato che la giornata sia stata completamente rovinata dalla presenza di una signora, e dico signora per non essere volgare, perché per me le signore, quelle vere, sono altre, che sfoggiava un adorabile accento da sciura lumbard e aveva la figlia adolescente al seguito. Età: 50 anni suonati”.
“Premetto che avevamo un gruppo di una cinquantina di bambini e ragazzi, tra i 5 e i 18 anni: si può immaginare il contesto vivace e, credo, lo potessero immaginare anche i responsabili dello stabilimento che ci ha ospitati quando li abbiamo contattati per fare la prenotazione – prosegue il post -. La sciura in questione ha passato l’intera mattinata e il primo pomeriggio a rivolgere epiteti offensivi, volgari, razzisti e sessisti a noi dell’équipe e, cosa peggiore, ai ragazzi, colpevoli secondo lei di rovinare l’atmosfera dello stabilimento e di alzare la sabbia quando passavano accanto al suo lettino. Premetto: nessuno di loro è mai passato correndo, mai. Alla nostra proposta, civilissima – considerato il ruolo che ricopriamo – di provvedere a chiedere un cambio di lettino per la sola giornata di ieri, ci ha apostrofati dicendoci di tornare da quegli animali della giungla. Peccato che i nostri animaletti fossero tranquillamente seduti sotto gli ombrelloni a fare merenda. Finita questa, i ragazzi vanno in acqua e uno di questi commette l’imperdonabile errore di passare vicino al lettino di questa donna, che lo apostrofa con un cordiale: “Se ripassi di qui ti prendo a calci in culo”. Una donna di 50 anni a un bambino di 10″.
“Alle nostre rimostranze con i responsabili dello stabilimento, le soluzioni proposte sono state quelle di spostarci noi in spiaggia libera o di fare giri impensabili per tornare alle nostre postazioni – spiega l’educatrice -. Mai, in nessun modo, si è tentato di far ragionare quella donna completamente fuori di testa che ci ha rovinato la giornata. “Sapete, è nostra cliente da giugno…”.
La domanda a cui cerco di rispondere da ieri è: la pecunia batte l’educazione? Siamo rimasti 5 ore in compagnia di quella “signora” e abbiamo dovuto subire offese razziste, sessiste, oltre che gratuite nei confronti di ragazzini che avevano l’unica colpa di comportarsi da ragazzini. Non faccio il nome dello stabilimento perché non ho intenzione di scatenare polemiche, anche se in quello stabilimento non ci ero mai andata e sicuramente non ci rimetterò mai più piede perché mi hanno fatto schifo. E, inoltre, non era la prima volta che ospitavano i nostri ragazzi, è già capitato le scorse estati e mai si era verificata una situazione del genere. Almeno si sono rivelati per ciò che sono”.
“Noi ogni giorno cerchiamo di insegnare ai nostri bambini e ragazzi a essere rispettosi di tutte le differenze e a essere tolleranti – conclude -. Ieri hanno visto degli adulti che hanno cercato di difenderli (noi), altri che gli hanno dato contro solo perché non hanno la pelle bianca e altri ancora che hanno preso le difese di questa cretina solo perché li paga da tre mesi. Cosa avranno imparato da questa esperienza, oltre ad aver capito che se hai i soldi puoi permetterti tutto?”.

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