“No ai pannelli fotovoltaici nel mio terreno”: il post di un’imprenditrice sarda diventa virale

La donna ha rifiutato l'offerta avanzatale di installare pannelli solari nel territorio della sua azienda agricola.
È diventato virale il post di un’imprenditrice agricola di Ozieri, Agnese Cabigliera, in cui racconta la telefonata tra lei e un imprenditore del fotovoltaico.
La donna ha rifiutato l’offerta avanzatale di installare pannelli solari nel territorio della sua azienda agricola.
Ecco il contenuto del post:
“Ore 12:30 di una calda giornata di agosto, mentre mi accingo a mettere sulla tavola il pranzo, ricevo una telefonata. Rispondo. Dall’altra parte del telefono una voce mi chiede: -“Parlo con la responsabile dell’Azienda Agricola Cabigliera e Zidda? ” -“Sono io, mi dica! “. Segue un elenco di referenze, che sinceramente non ricordo, perché il mio cervello è andato in blocco alle parole Green ed Energy, che ha pronunciato durante la sua presentazione. In poche parole, il signore mi proponeva una chiacchierata per una eventuale collaborazione per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra, su terreno agricolo. La mia risposta è stata secca e decisa : ” Mi dispiace per lei, ma ha contattato la persona sbagliata, per quanto mi riguarda, la Sardegna non deve diventare la colonia energetica di nessuno ” . Ovviamente la mia risposta ha spiazzato l’interlocutore, che ha cercato di arrampicarsi sugli specchi”.
“Ho riflettuto tanto su questo, e chi in questi giorni ha partecipato alle nostre Serate in campagna, avrà notato che è stato un argomento di cui ho parlato tanto e continuerò a parlarne. Le domande che mi pongo sono sempre le stesse. Vogliamo davvero trasformare la nostra Isola in una distesa di pannelli fotovoltaici e pale eoliche? Se è vero che la Sardegna ambisce a diventare una meta turistica per 12 mesi all’anno, chi vorrà fare le vacanze in un posto dove la natura è stata sfregiata? Quale ricchezza lasceremo ai nostri figli, se intere porzioni di territorio, le usiamo per produrre energia? Perché non sfruttare le strutture già esistenti e agevolare gli investimenti anche nei centri abitati, in cui i tetti degli edifici potrebbero ospitare i pannelli fotovoltaici? Sembra di rivivere il “sogno industriale”, in cui molti hanno creduto negli anni ’70, abbandonando le aziende agricole. Cos’è cambiato oggi? Storicamente, i processi complessi, come in questo caso, quello della transizione energetica, vanno studiati, approfonditi, regolamentati, e gestiti, non subiti, nell’interesse della collettività e non a temporaneo beneficio del singolo. Da sempre la Sardegna è stata sfruttata da chi pensava che qui si potesse fare tutto, senza chiedere il permesso a nessuno, ora il permesso ce lo chiedono, e davvero siamo disposti ad accettare per una manciata di soldi? La mia risposta è NO”.

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