Nel viale Sant’Ignazio a Cagliari si trova un vero tesoro: l’Herbarium.

Questo museo, situato nel maestoso Orto Botanico, affascina esperti provenienti da tutto il mondo ed è rinomato per la sua missione di preservare piante essiccate, note come “exsiccata,” catalogate a fini scientifici e didattici.

Fondato nel 1862-1866 da Patrizio Gennari, al momento della creazione dell’Orto Botanico, l’Erbario di Cagliari ha acquisito col passare del tempo grande prestigio e riconoscimenti.

Al suo interno si celano tesori unici, come circa sessantacinquemila esemplari di piante vascolari, perfettamente conservati, alcuni dei quali risalgono al lontano 1857. Questi rari campioni rappresentano testimonianze fondamentali della storia della Botanica in Sardegna.

L’Erbario ospita una collezione di circa trentacinquemila esemplari di piante della flora vascolare sarda e altri trentamila provenienti da diverse regioni. È una preziosa fonte di dati per la ricerca botanica.

Molte delle specie conservate qui, un tempo parte della flora locale, ora sopravvivono solo negli esemplari dell’erbario, offrendo un’importante testimonianza delle trasformazioni ambientali.

Per rendere il suo ricco patrimonio accessibile a un pubblico più vasto, l’Erbario sta portando avanti un ambizioso progetto di digitalizzazione dell’intero archivio.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.