Faccio, con amore e fatica, la “cane-giver” del mio cane anziano e lo amo ogni giorno un po’ di più

Ogni mio gesto, se può servire per alleviare qualche fatica o malessere, in questo frangente di vita di Fisietto, non sarà mai tempo, impegno e fatica sprecata. Perchè l'amore per quanto alle volte toglie e fa soffrire, lascia sempre qualcosa in più.
Nessun refuso, state tranquilli: qui si parla proprio di “cane-giver” di chi, cioè, si prende cura di un cane anziano. Perché si, anche loro col passare degli anni invecchiano e vanno incontro a patologie tra l’altro molto simili a quelle degli esseri umani. Ma sono orgogliosa di aver avuto due cani giunti a una veneranda età: accuditi con rispetto e amore, loro hanno ricambiato
L’anno scorso fu il turno della povera Gilli, 15 anni portati splendidamente, nessun pelo bianco, una forza da leone: un tumore me la portò via nel giro di qualche mese. Per accudirla nel post operatorio che subì per due volte dormii per terra su un materassino per settimane: lei non poteva salire sui letti o divani per le ferite esterne e interne e mai avrei potuto lasciarla sola per tutta la notte dopo una vita trascorsa a dormire abbracciate.
Gilli se ne andò il 7 di aprile 2022 e mai niente e nessuno colmerà il suo vuoto, neanche nel cuore di chi una vita con lei l’ha passata fin dagli inizi, Fisietto. Tanto energica e attenta lei, quanto “mandrone” (per i lettori non sardi, sfaticato) e disinteressato al mondo che lo circondava lui, qualità e difetti che negli anni per l’uno e per l’altra si sono acuiti ed evidenziati. Dopo la morte di Gilli mi sono però resa conto di come l’uno era dipendente dell’altra. Lui, ormai vedovo, ha iniziato la sua lenta discesa: nel giro di un anno non vede quasi più, sente pochissimo, non lo si può quasi portare da nessuna parte perché è completamente spaesato, fino ormai a perdersi anche in casa.
Ogni tanto lo trovo immobile mentre fissa un punto nel vuoto o incastrato in qualche angolo di una stanza senza che riesca e ritrovare l’uscita. E’ diventato famelico, cosa che non è mai stato (l’ingorda era Gilli) chissà, forse per una qualche forma di compensazione, e quando gli si da una qualsiasi cosa da mangiare apre la bocca e azzanna la qualunque genere piranha, senza rendersi conto che nel mentre ti ha staccato ossa e carne. La notte si alza per fare i bisogni perchè non regge più una tirata intera ma nel buio non trova la porta per uscire in terrazzo: allora inizia a camminare avanti e indietro e vengo svegliata da quel meraviglioso ticchettio delle sue zampette, lo prendo in braccio, lo porto fuori, aspetto e lo riporto dentro. Ogni notte.
Qualche volta se non lo sento o se lui non riesce, neanche di giorno, a capire dove sia la porta finestra, la fa in casa ma io so bene che è solo per necessità e allora pulisco lui e poi passo al pavimento. Ultimamente gli sono stati estratti dei denti per una infezione e prende dei farmaci oltre ai suoi quotidiani integratori per l’artrite, i cui dolori gli impediscono alle volte di reggersi saldamente in piedi. E’ una situazione che va avanti da mesi: è faticoso? Si. E’ impegnativo? Si. E anche costoso. Ma io lo amo ogni giorno di più. Purtroppo non li visti cuccioli, né lui né Gilli (l’ho recuperato dalla strada quando aveva circa 1 anno e mezzo Fisietto e adottata da un rifugio a 2 anni lei) ma me li sono goduta ogni singolo istante, in vacanza, mentre lavoravo, nell’andare a fare commissioni, per portare e prendere mio figlio da scuola, sul divano nel relax di un film e a letto per dormire.
E ora, a distanza di un anno, sono di nuovo qui a fare la “cane-giver”, nel ricordo di tutto quello che mi hanno dato in questi lunghi anni di convivenza e amore infinito e nella certezza che ogni mio gesto, se può servire per alleviare qualche fatica o malessere, in questo frangente di vita di Fisietto, non sarà mai tempo, impegno e fatica sprecata. Perchè l’amore per quanto alle volte toglie e fa soffrire, lascia sempre qualcosa in più.

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