La Sardegna è nata dalla fusione di 2 placche, 30 milioni di anni fa: lo studio
Un'importantissima scoperta che chiarisce ulteriormente l'origine della nostra Isola: ecco cosa hanno capito i ricercatori
Gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell’Università Roma Tre hanno elaborato la storia della Sardegna, originata dalla collisione tra due microplacche avvenuta tra 30 e 21 milioni di anni fa.
La ricerca è stata compiuta su campioni di roccia prelevati in diversi luoghi della Sardegna e i risultati pubblicati nella rivista Tectonics.
Secondo Fabio Speranza, Direttore della Sezione Roma2 dell’Ingv, dati paleomagnetici dimostrano che il blocco tettonico Sardo-Corso si è separato dal margine europeo Provenzale-Catalano 21 milioni di anni fa.
L’analisi di campioni ha permesso di scoprire altri dettagli sulla formazione della nostra regione: il blocco tettonico ha subito una rotazione di 120 gradi e si è fuso con una seconda placca situata più a Sud nel corso di milioni di anni.
Secondo Gaia Siravo, ricercatrice dell’Ingv intervistata da Ansa, la Sardegna settentrionale si trovava inizialmente in un’unica placca con la Corsica e la Provenza, mentre la parte meridionale dell’isola era collegata alla placca Iberica, staccatasi dall’Europa circa 120-150 milioni di anni fa. Queste due placche si sarebbero poi fuse tra loro, lungo la faglia di Nuoro.
Poi, l’intera placca Sardo-Corsa, formata dalla fusione delle due microplacche, si sarebbe definitivamente separata dal margine europeo, compiendo una rotazione antioraria di 60 gradi, tra 21 e 15 milioni di anni fa, posizionandosi così nella sua attuale posizione.
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I redditi nelle città della Sardegna: Cagliari la più ricca
Al contrario, Carbonia si posiziona come la città più svantaggiata in termini di reddito.
Cagliari emerge come la città più prospera della Sardegna, distinguendosi come l’unica con un reddito medio superiore alla media nazionale. Al contrario, Carbonia si posiziona come la città più svantaggiata in termini di reddito.
Secondo i dati forniti dal Dipartimento delle Finanze del Mef, le dichiarazioni dei redditi del 2023, relative ai redditi accumulati nel 2022, delineano un quadro economico della Sardegna e dell’intero paese.
In Sardegna, nonostante una crescita economica modesta, si osserva un reddito medio imponibile di 19.411,35 euro, che segna un incremento del 4,4% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è significativamente inferiore alla media nazionale (+7,4%) e nettamente al di sotto dei dati della Lombardia (+10,8%), che continua a detenere il primato in termini di reddito medio pro capite.
La classifica delle regioni italiane vede la Calabria in coda per reddito medio, mentre in testa si trovano la Provincia Autonoma di Bolzano, seguita da Lazio, Emilia Romagna e Piemonte, tutte con redditi pro capite superiori ai 24.000 euro.
Rispetto all’anno precedente, l’incremento del reddito medio in Sardegna è tra i più modesti, con solo Liguria e Umbria che registrano un aumento percentuale inferiore (+3,9%). Le regioni con maggiori aumenti percentuali sono la Lombardia, il Lazio e la Valle d’Aosta, ma questi incrementi sono stati in larga parte erosi dall’inflazione.
“Questi dati ci dicono che il reddito imponibile medio sardo è il 72% del reddito imponibile medio lombardo. Un dato che non stupisce affatto” commenta Mauro Carta, Presidente delle ACLI Regionali della Sardegna “Già a dicembre, le analisi sulle stime 2022 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, vedevano la Sardegna con i suoi 17.921,72 euro di reddito disponibile pro-capite stabile al 14° posto su 20 regioni con un dato standardizzato che diceva che laddove un italiano medio ha 100 euro a disposizione per le spese, un sardo medio ne ha appena 84,9 euro”.
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