Il campo da calcio comunale Soccer Camp Nou Comunale Sardenya, noto anche come Nou Sardenya,  si trova a Barcellona e deve il suo nome a un’importante arteria cittadina che ne segna parzialmente il perimetro, la Carrer de Sardenya. Edificato, e inaugurato, nel 1940, negli anni successivi ha subito vari lavori e allargamenti, come nel 1943 quando viene eretta una nuova tribuna dotata di 1.000 posti a sedere.

Di Electro07 – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Negli anni sessanta il campo da gioco viene rifatto in erba artificiale, vengono ampliate le tribune e installato un impianto luci. Ma è solo negli anni novanta che subisce una radicale ristrutturazione, tanto da essere chiuso dal 1992 al 1995: la riapertura è siglata dalla partita tra il CE Europa (Club Esportio Europa), la squadra padrona di casa, e l’UE Lleida (Unió Esportiva Lleida).

Attualmente il Nou Sardenya può accogliere 7.000 tifosi e il suo campo misura 100 metri in lunghezza e 63 in larghezza ed è la sede del Club Esportiu Europa.

Era il 1° maggio del 1970, e tra i colori del corteo di Sant’Efisio si aggirava un giovane fotografo con due macchine al collo – una Nikon e una Praktica – e tanta voglia di raccontare un evento unico. “Mi feci largo tra la folla al grido di ‘Press!’ e mi lasciarono entrare. All’epoca si fotografava per passione, con il cuore in mano”, racconta oggi Italo Rosi, autore di una serie di straordinari scatti in bianco e nero che immortalano volti, gesti, costumi e momenti della tradizionale processione cagliaritana.

Foto di Italo Rosi dal gruppo “Cagliari e la Fotografia – Dal 1854 ad Oggi”

A distanza di oltre cinquant’anni, Rosi lancia un appello pubblico per cercare le persone ritratte in una sua foto scattata durante l’edizione 1970 della Festa di Sant’Efisio. “Da allora – confessa – mi è rimasta la voglia di conoscerli”. Rosi vorrebbe dare un nome, una storia, un seguito a quei volti, per chiudere un cerchio rimasto aperto per cinquantacinque anni.

L’immagine, custodita con cura per oltre mezzo secolo, è testimonianza preziosa di un’epoca in cui la devozione popolare e le tradizioni vestivano le strade della città con intensità e autenticità. Ritratto spontaneo, intenso, rubato con delicatezza tra i passanti e i figuranti del corteo, quando la fotografia era gesto artigianale e il tempo scorreva più lentamente tra un click e l’altro.

Chiunque si riconosca o abbia informazioni può mettersi in contatto con Italo Rosi tramite la pagina social in cui ha pubblicato lo scatto: “Cagliari e la Fotografia – Dal 1854 ad Oggi”.