Oggi, insieme alle preziose informazioni e ai bellissimi scatti di Fabrizio Bibi Pinna vi portiamo a visitare un sito che siamo sicuri, conosceranno in pochissimi.

Foto Fabrizio Bibi Pinna

“Nascosto tra le montagne di Silius, si trova un bellissimo gioiello quasi totalmente sconosciuto, il Pozzo Sacro Funtana Crobetta. Il nome del monumento ricorda un altro pozzo molto più conosciuto, ovvero Funtana Coberta di Ballao che dista a meno di 8 km in linea d’aria. Funtana Crobetta si presenta parzialmente interrato, purtroppo parte della scala è coperta dai detriti. Nonostante questo si può osservare la bellissima “scala rovesciata” che conduce alla camera del pozzo composta da 8 “scalini”.

Foto Fabrizio Bibi Pinna

All’interno della camera è presente ancora oggi dell’acqua limpidissima. La camera raggiunge un’altezza di circa 4 metri, ed è costruita con una roccia di scisto calcareo. Purtroppo non risulta nessuna importante campagna di scavo archeologico”.

Foto Fabrizio Bibi Pinna

Il fotografo, sempre accompagnato nelle sue avventure dalla fedele quattro zampe Farah, conclude con un importante consiglio: “Il pozzo non è facilmente raggiungibile e in questo periodo dell’anno (primavera, ndr) lo sconsiglio vivamente visto l’infinità di zecche presenti nel sito (nonostante fossimo ricoperti di antiparassitario specifico eravamo completamente ricoperti di zecche)”.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.