Anche quest’anno, come ogni 29 aprile, nella splendida Chiesa di Stampace a Cagliari si è potuto assistere alla vestizione del simulacro di Sant’Efisio, al quale verrà dedicata il 1 maggio una festa religiosa che richiama fedeli e turisti da ogni parte del mondo.

Come i cagliaritani sanno bene, il rito della vestizione è uno dei momenti più suggestivi della cerimonia, poiché è il momento in cui il simulacro del Santo viene vestito con l’abito di gala.

Il cerimoniale, guidato dall’Arciconfraternita, è un evento complesso e di grande importanza per la comunità locale. Coordina l’apposizione di ogni singolo elemento dell’abito di gala del Santo, che comprende un mantello di velluto rosso, manicotti e collare in pizzo e pettorale.

Il mantello di velluto rosso, decorato con ricami d’oro, è il capo principale dell’abito di gala e conferisce al simulacro del Santo un’aria regale e maestosa.

Le bellissime foto della vestizione sono del nostro caro Pierino Vargiu.

In epoca romana, la Sardegna figurava tra i principali territori di estrazione di piombo e argento, seconda solo a regioni come la Spagna e la Bretagna. Questi due minerali rivestivano un ruolo cruciale nell’economia e nell’espansione dell’antica Roma, costituendo risorse strategiche per l’organizzazione della vita civile e militare.

Il piombo veniva utilizzato in diversi settori: era indispensabile per la costruzione delle condotte idriche, per le infrastrutture pubbliche e militari e per la fabbricazione di utensili domestici. L’argento, invece, era essenziale per la monetazione e serviva alla produzione di monete come i sesterzi, largamente diffusi nei territori imperiali.

Grazie alla sua abbondanza di materie prime, la Sardegna era disseminata di giacimenti, soprattutto nelle zone dell’Iglesiente e del Sarrabus. Le stime indicano che, sotto il dominio romano, furono estratte sull’isola circa 600.000 tonnellate di piombo e 1.000 tonnellate di argento, fornendo un apporto significativo alla forza economica e alla stabilità dell’Impero.