“Il mare di Ostia come quello della Sardegna”: il premio dell’Arpa fa discutere i sardi ( e non solo)
Le acque del litorale romano hanno ricevuto un encomio dalla prestigiosa Arpa, che le ha classificate come “eccellenti” come quelle della Sardegna. Inutile dire che si sono sprecate le battute e le polemiche
Le acque del litorale romano hanno ricevuto un encomio dalla prestigiosa Arpa, che le ha classificate come “eccellenti” come quelle della Sardegna.
Questa valutazione positiva è stata confermata anche dal decreto emesso dal presidente della Regione, Francesco Rocca, che individua e classifica le acque destinate alla balneazione e i punti di monitoraggio.
Il paragone con la Sardegna ha però chiaramente suscitato non poche polemiche non solo da parte dei sardi ma anche da parte degli stessi laziali, che conoscono bene la differenza tra il loro mare e il nostro, dove in tanti ogni anno decidono di trascorrere le ferie estive.
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La prima donna arbitro d’Italia fu una ragazza cagliaritana. Ecco la sua storia
Per "mettere la gonnella" a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.
Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.
Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.
Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.
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