È arrivata poco fa al rifugio I Fratelli Minori di Olbia l’11 aprile, recuperata a Porto Rotondo. All’inizio sembrava avesse “solo” una catena avvolta a doppio giro al collo e conficcata nel collo. Durante i controlli e l’operazione per la rimozione, una scoperta ancora più atroce: la catena era penetrata nei muscoli e nella pelle e lei è cresciuta così, con un corpo estraneo all’interno, avvolto attorno al collo parte integrante ormai della carne.

“L’intervento è stato molto complicato in quanto la piccola è cresciuta incorporando pian piano la catena fra muscoli e pelle, una situazione inimmaginabile e mai vista prima. Incredibile pensare come sia sopravvissuta a tutto questo”, scrive Cosetta Prontu, responsabile della struttura di Olbia.

Nonostante l’atroce sofferenza con cui la cagnetta è cresciuta e viveva costantemente, Collarina, com’è stata chiamata dalle volontarie, è dolcissima e molto buona e tranquilla: si fa curare e si è completamente affidata alle sue salvatrici. “Ringraziamo chi ci aiuterà a sostenere i costi per ricovero, intervento e cure”, concludono le volontarie.

E noi ci accodiamo al loro appello perchè prendersi cura di animali così maltrattati, brutalizzati, abbandonati è un lavoro durissimo, e non solo per una questione economica ma anche e soprattutto emotiva. Ricordiamo inoltre che l’impegno dei volontari non riguarda “solo” il salvataggio e l’accudimento di cani e gatti ma la cura di tutto il territorio.

Contatti 3334312878 – [email protected]
Estremi per donazione http://www.lidasezolbia.it/donazioni/
Per spedizione aiuti
LIDA Sez. Olbia – rifugio I Fratelli Minori
Località Colcò n. 13 – 07026 Olbia (SS)
Codice Fiscale 5×1000 01976050904

Nella puntata di Freedom – Oltre il confine andata in onda di recente su Rete 4, Roberto Giacobbo ha visitato l’anfiteatro romano di Cagliari, definendolo il “Colosseo sardo”. Questo antico anfiteatro è uno dei siti archeologici più significativi dell’isola.

Costruito tra il I e il II secolo d.C., l’anfiteatro è parzialmente scavato nella roccia calcarea, sfruttando la naturale conformazione del terreno. Poteva ospitare circa 10.000 spettatori e veniva utilizzato per combattimenti tra gladiatori, lotte con animali feroci e spettacoli teatrali. Nel corso del tempo, l’anfiteatro ha subito danni a causa di terremoti e dell’abbandono, ma conserva ancora testimonianze della sua grandiosità originaria.

Durante la puntata, Giacobbo ha esplorato l’anfiteatro, immergendosi nella sua storia e raccontando le vicende dei gladiatori che vi combattevano. Un momento particolarmente suggestivo è stato l’ingresso in una piccola stanza annerita dal fumo delle torce, dove si dice che i gladiatori venissero portati prima di affrontare la morte nell’arena.