Sardi nel mondo: oggi vi raccontiamo la storia di Andrea che, da Sanluri è arrivato a Perth, in Australia. Qui svolge con soddisfazione il lavoro che ama inseguendo il sogno di avviare il suo business. Ringraziamo il portale Italiani in Australia per aver narrato la vicenda di un ragazzo sardo pieno di progetti e voglia di fare.

“Sono cresciuto a Sanluri, un piccolo paese del Sud Sardegna, famosa per il Castello Medievale e il pane Civraxiu, un pane fatto con il lievito madre di semola chiamato “Su framentu” dicono che il nome venga da Su Lori, “il Grano”. Dopo L’esperienza in Inghilterra durata circa 2 anni oltre ad aver migliorato il mio livello di inglese sono cresciuto professionalmente e appassionato sempre di più all’arte bianca, devo molto a quella esperienza in UK.

Essendo isolano ero spinto dalla voglia di realizzare quell’esperienza Australiana che attendevo fin da quando ero bambino. Tornai in Italia e poi in Sardegna e ricordo che mandai la richiesta per il WHV nel Novembre 2018, dovevo compiere ancora 31 anni e non volevo perdere l’occasione. Sono partito, nell’Ottobre 2019, ospitato da dei compaesani che mi diedero l’appoggio per potermi inserire nel sistema Australiano.

Ricordo con stupore il giorno in cui arrivai a Perth, mentre dall’altra parte del mondo era inverno, qui stava per iniziare l’estate. C’era il sole, cosa alla quale non posso fare proprio a meno, vidi tutto così ordinato, pulito, un sistema che funzionava, un inglese mai sentito prima e dovetti iniziare tutto da capo e non è stato semplice, ma mi sono sentito come aver preso un aereo per andare in un altro mondo.

Il clima mi portava all’estate in Sardegna, poi l’oceano vicino, un’esperienza che consiglio di vivere coi vostri occhi perché sono sicuro che vi farà vedere il mondo con altre prospettive. Il lavoro, avendo un sistema flessibile, è in grado di farti vivere una vita bilanciata, puoi scegliere dove lavorare, quando lavorare e gli orari che vuoi lavorare in modo da poter seguire i tuoi hobby, le tue passioni, le tue amicizie.

L’Australia è un paese dove se lavori sodo, hai perseveranza e hai la fortuna di trovare un datore di lavoro che si fida di te, riesci a portare fuori la tua creatività. Al momento, lavoro in un ristorante che ha aperto di recente qui a Scarborough, paese dove vivo e sto passo passo seguendo i consigli dell’agente di migrazione per applicare un visto lavoro che mi permetta di arrivare alla Residenza Permanente.

In futuro, vorrei realizzare il sogno che sto seguendo cioè avviare il mio business, una cosa semplice e piccola, che mi permetta di esprimere al meglio tutta la passione che ho nel mio lavoro. Il mio consiglio? Non fermatevi, abbiate pazienza e vivetevi l’esperienza australiana perché qui c’è tanto da visitare e vi lascerà tutto a bocca aperta. “

Quando si parla di città antiche, quasi tutti pensano subito a Roma. Fondata – secondo la tradizione – nel 753 a.C., la Capitale viene spesso celebrata come la “madre” di tutte le città italiane. Eppure, c’è un angolo di Sardegna che ha una storia ben più antica.

Bisogna viaggiare verso il profondo sud-ovest dell’isola, sull’isola di Sant’Antioco, per scoprire una città che esisteva prima ancora che Roma fosse solo un’idea: l’antica Sulky.

Siamo nel IX secolo avanti Cristo. I Fenici, grandi navigatori e commercianti, scelgono questo lembo di terra proteso nel Mediterraneo per fondare un importante insediamento. Non lo fecero a caso: Sulky era un punto strategico per gli scambi con l’Oriente e rappresentava un approdo sicuro nel cuore del Mare Nostrum.

La prova di questa antichissima presenza? Un’anfora, ritrovata proprio nel comune di Sant’Antioco, e datata con certezza all’800 a.C. Un reperto che parla, che racconta di una città viva, organizzata, già profondamente connessa con il mondo esterno, quando Roma non era ancora stata fondata.

Pensate: mentre sulle coste laziali ancora regnavano il silenzio e le paludi, a Sulky c’erano strade ortogonali, case costruite in pietra e mattoni d’argilla cruda, artigiani all’opera e mercanti che arrivavano da lontano.

E non è solo l’anfora a dircelo. A partire dagli anni ’80, gli archeologi Paolo Bernardini e Carlo Tronchetti hanno scavato nell’area chiamata Cronicario, accanto all’ospizio per anziani, trovando resti che raccontano tre epoche sovrapposte: fenicia, punica e infine romana. Oggetti in terracotta, ceramiche finissime, strutture urbane ben definite: tutto parla di una città che aveva già una sua identità forte secoli prima della nascita della democrazia ateniese.

Insomma, mentre a Roma si dibatteva su quale data scegliere per la sua fondazione (sì, perché anche quella fu una scelta politica!), a Sant’Antioco si commerciava già con Tiro e con Cipro.