Lo sapevate? A Sorso c’è una fontana la cui acqua farebbe impazzire la gente

L'acqua che sgorga dalla fontana simbolo di Sorso farebbe impazzire le persone. Leggenda o verità? Andiamo a scoprire il perché di questa antica diceria.
Lo sapevate? A Sorso c’è una fontana la cui acqua farebbe impazzire la gente.
L’acqua che sgorga dalla fontana simbolo di Sorso farebbe impazzire le persone. Leggenda o verità? Andiamo a scoprire il perché di questa antica diceria.
Poco distante dalla chiesa di San Pantaleo, si può ammirare il monumento più caratteristico di Sorso: la fontana detta Billèllera o Billèllara risalente al XVI secolo, in passato alimentata da quattro fonti, alla quale si accede attraverso un’imponente scalinata selciata.
L’acqua scaturisce da quattro mascheroni di pietra a foggia di testa leonina (tre sulla facciata, uno sul lato destro). La fontana, opera di scalpellini genovesi, è costruita con blocchi calcarei ed ha la forma di un parallelepipedo, con il prospetto principale arricchito da lesene. Già dopo un secolo dalla costruzione subì i primi rimaneggiamenti; verso la metà dell’Ottocento furono eseguiti importanti lavori di restauro, progettati dall’ingegner Poggi del Genio Civile di Sassari, ed eseguiti dal mastro muratore Salvatore Madrau.
In epoca più recente (seconda metà del secolo scorso) venne rifatta la rampa gradonata e acciottolata, e gli imponenti olmi che la fiancheggiavano vennero sostituiti da palme da dattero. Lo spiazzo antistante la storica fontana venne modellato in forma di anfiteatro con gradoni in cemento, destinato ad ospitare manifestazioni culturali all’aperto.
Un antico detto narra che gli abitanti di Sorso siano tutti matti. C’è un nesso tra questa diceria e la leggenda della fontana della Billellera, dal nome strano quasi quanto i temuti effetti della sua acqua.
L’antica fontana della Billellera risale al secolo XVII ed è uno dei simboli della città di Sorso. Venne fatta costruire con conci di calcare. Modificata nel ‘700 a seguito dei danni subiti durante i moti antifeudali, è oggi circondata da un piccolo anfiteatro all’aperto che fa da sfondo suggestivo durante gli spettacoli estivi.
Il nome deriva da quello dialettale della pianta dell’elleboro, alla quale la credenza popolare attribuiva il potere di rendere folli. Secondo la tradizione, infatti, l’acqua della fontana avrebbe lo stesso effetto su chi la beve.
Helleborus, comunemente noto come elleboro, è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae diffuso prevalentemente nel bacino del Mediterraneo, ad eccezione di una specie (H. thibetanus) che è presente in Estremo Oriente. In Sardegna è presente nella sua sottospecie Helleborus lividus subsp. corsicus.
Si tratta di una pianta molto velenosa, sia per ingestione che per uso esterno, molto difficile da dosare. Se ne sconsiglia vivamente l’uso.
La pianta velenosa un tempo veniva utilizzata nella cura dell’epilessia e della pazzia; nella tradizione locale le proprietà terapeutiche della pianta passarono all’acqua, ma rovesciate, cosicché bevendola, i Sussinchi ammattivano anziché rinsavire.
Le dicerie sulla fontana e sugli abitanti di Sorso trovano conferme nella leggenda gallurese secondo cui i sorsensi sono tutti matti. “Sossù, Calangianus e Lodè sono macchi tutti e tre“. E a causare la pazzia sarebbe stata l’acqua della celeberrima fontana della Billellera.
La fontana fu fatta costruire nel Seicento dal barone Deliperi a imitazione di quella del Rosello di Sassari. Due sono le versioni del mito: entrambi asseriscono che l’acqua della Billellera abbia effetti devastanti.
La prima racconta che gli abitanti di Sorso, invidiosi per la bellezza dell’omologa fontana realizzata nella vicina città di Sassari, avrebbero tentato la folle impresa di trascinarla nella propria cittadina legandola con alcune robuste corde. Sarebbero stati i sassaresi, per questo motivo, ad additarli come maccus, adducendo la loro pazzia all’acqua della Billellera. La seconda versione legherebbe invece il proverbiale motto alla sontuosità della fontana sorsense, ritenuta troppo elegante per un paese tanto modesto.
Come spesso accade anche le vicende che ruotano attorno alla leggendaria fontana avrebbero un fondo di verità storica. Come racconta Enrico Costa, infatti, alla base dell’intera questione sarebbe stato un accordo economico andato a male fra la città di Sorso e la vicina Sassari. Le due avrebbero infatti avuto, inizialmente, un’intesa in merito all’uso condiviso della fontana del Rosello, infranta in un secondo momento dai sassaresi, che avrebbero accampato pretese di esclusività sulla stessa.
A seguito di lunghe lotte, combattute dalle due comunità senza esclusione di colpi, i sorsinchi si sarebbero rassegnati alla necessità di costruire una seconda fontana. Sarebbe nata così la fontana della Billellera, dalla quale – secondo il racconto fantastico diffuso dagli abitanti di Sorso per ripicca – non sarebbe sgorgata acqua bensì ottimo vino.
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