Cagliari, sgomberato lo storico chiosco di Bonaria: al suo posto il cantiere per la metro

Un Comune al giorno, paesi di Sardegna: Sadali, uno dei borghi più belli dell’Isola.
Sadali, uno dei borghi più suggestivi e incontaminati della Sardegna, sorge su un altopiano calcareo chiamato Su Taccu, oltre i 700 metri di altitudine, al confine fra il Sud Sardegna e le Barbagie, in quella fascia centro-orientale dell’isola dove la natura si manifesta con forza e meraviglia.
Questo piccolo centro medievale, abitato da circa mille persone, si adagia in un paesaggio spettacolare in cui l’acqua è protagonista assoluta: un ambiente intriso di sorgenti, torrenti, cascate e grotte, incastonato tra boschi di lecci, roveri, sughere e macchia mediterranea, che abbracciano l’abitato con la loro presenza silenziosa. L’altopiano, oggi in parte spoglio, conserva lembi di foresta che raccontano di una vegetazione un tempo dominante, e accoglie un ecosistema variegato e profondamente segnato dalla storia. Il territorio di Sadali è abitato fin dalla civiltà nuragica, come testimoniano i resti del nuraghe Accodulazzo, poco distante dal paese, dove sono stati rinvenuti reperti in ossidiana, cocci preistorici e ceramiche di epoca romana, che narrano millenni di presenza umana e intrecci culturali.
Proprio Su Taccu funge da serbatoio naturale per falde acquifere che alimentano fenomeni idrogeologici straordinari, come Su Stampu de su Turrunu, una meraviglia carsica situata al confine tra Sadali e Seulo, risultato di un triplice processo naturale: inghiottitoio, grotta e risorgiva, culminante in una cascata che si getta in un laghetto cristallino. L’escursione per raggiungerlo attraversa un altro gioiello nascosto: le grotte di Is Janas, avvolte da leggende antiche che le vogliono dimora di tre fate.
Queste cavità, accessibili per circa 300 metri, offrono uno scenario mozzafiato fatto di sei ambienti scolpiti nel tempo, ornati da stalattiti e stalagmiti che si uniscono in colonne possenti, colate ocra e tendaggi di pietra, in un’atmosfera sospesa e quasi sacra. Ma a rendere davvero unico questo borgo è la presenza di una cascata all’interno stesso del centro abitato, un caso senza eguali in Sardegna: è la cascata di San Valentino, formata da sorgenti perenni e così chiamata per la vicinanza alla chiesa omonima, attorno alla quale si sviluppò il nucleo originario del paese prima del 1335. L’acqua, con la sua impetuosa discesa lungo il versante verde, scompare in un abisso sotterraneo noto come sa bucca manna, visitabile grazie a un apposito sentiero. In epoca feudale questa forza naturale azionava i mulini del borgo, uno dei quali, risalente al XVII secolo e ancora visibile a pochi passi dalla cascata, conserva gli strumenti dell’antica attività molitoria.
La chiesa di San Valentino, unico santuario sardo dedicato al martire romano del III secolo, è un edificio tardo bizantino che custodisce al suo interno un pregevole altare ligneo del Seicento. Sadali ospita anche altri edifici religiosi di rilievo, tra cui le chiese di Sant’Antonio, legata al tradizionale fuoco di metà gennaio, Santa Maria, risalente ai secoli XV-XVI, e Sant’Elena imperatrice. Nel cuore del paese si trova sa Omu ‘e zia Cramella, una casa-museo di fine Ottocento, che in quattro ambienti racconta la quotidianità contadina e artigianale attraverso arredi e attrezzi originali. Il borgo è inoltre celebre per due appuntamenti che ne esprimono l’identità più autentica: la festa religiosa più partecipata è quella dedicata alla Madonna d’Itria, celebrata con una solenne processione verso la chiesa campestre a lei intitolata, mentre l’evento gastronomico più atteso è la sagra dei culurgionis, che si svolge a inizio agosto e celebra questo tipico raviolo locale ripieno di patate, menta e pecorino, simbolo della cultura culinaria del territorio.