Lo sapevate? A Santa Maria Navarrese vive uno degli alberi più antichi d’Europa

Vicino alla chiesa della frazione marina di Baunei vive un grandioso ulivastro millenario, che secondo gli esperti di botanica potrebbe avere circa duemila anni.
Lo sapevate? A Santa Maria Navarrese vive uno degli alberi più antichi d’Europa.
Vicino alla chiesa della frazione marina di Baunei vive un grandioso ulivastro millenario, che secondo gli esperti di botanica potrebbe avere circa duemila anni.
L’albero è alto circa 10 metri e la circonferenza del fusto è di ben 8 metri e 40 cm (misurata ad 1 metro e 30 cm da terra). Come riporta Turismo Baunei queste dimensioni ne fanno uno degli olivastri più imponenti di tutta Italia e non a caso questo esemplare, insieme agli altri ulivastri della piazza sottostante la chiesa, è stato dichiarato “Monumento naturale”, su iniziativa della Regione Sarda, nel gennaio del 1994. In passato, a Baunei, era tradizione ricavare l’olio santo proprio dai semi di olivastro. Fino agli anni Cinquanta, nei giorni della festa dell’Assunta, all’ombra dell’olivastro millenario veniva posizionato il banco vendita dei macellai di Baunei, che per l’occasione erano autorizzati a vendere la carne nel piazzale della chiesa. In virtù degli accordi stabiliti a metà Ottocento, i macellai di Lotzorai potevano invece sistemare il loro banco solamente a qualche centinaio di metri dalla chiesa, al confine tra i due territori comunali.
Lo stato vegetativo dell’albero è attualmente abbastanza buono, anche se il tronco è in parte cavo. Alcune tracce d’incendio che il tronco presenta risalgono al 10 febbraio del 1968, quando fiamme di origine dolosa lo danneggiarono, fortunatamente non in modo grave. L’episodio è significativo e merita di essere raccontato, anche perché dimostra l’attaccamento della popolazione locale a questo patriarca arboreo. Alla fine degli anni Sessanta il nucleo abitativo principale di Santa Maria era nei pressi dell’ “Hotel Agugliastra”, inaugurato alcuni anni prima, e di fronte a quelle poche abitazioni vi era una delle fermate degli autobus di linea che collegavano i paesi della pianura a quelli della montagna. Nel tardo pomeriggio di quel 10 febbraio, dalla fermata dell’autobus qualcuno si accorse che l’olivastro stava andando a fuoco e lanciò l’allarme. In pochi minuti decine di persone si precipitarono intorno all’albero armate di secchi d’acqua riempiti nella vicina fontana, e grazie a questo tempestivo intervento il principio d’incendio fu immediatamente domato.
L’identità del piromane, che con il suo insano gesto, quel 10 febbraio 1968, ha rischiato di ridurre in cenere l’ “Olivastro Millenario” di Santa Maria Navarrese, non è mai stata accertata.
L’esistenza degli olivastri si può ricondurre all’uso di lasciar crescere, presso i luoghi sacri, alberi spontanei, o di piantarne, allo scopo di averne riparo contro il sole in occasione della visita.

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