Lo sapevate? Perché Gairo Vecchio è stato completamente abbandonato?

Nel cuore dell'Ogliastra c'è un paese abbandonato che ogni anno viene visitato da migliaia di turisti e curiosi: vecchie strade, antichi palazzi, luoghi spettrali e ruderi in mezzo ai quali circolano solo qualche animale e appassionati di luoghi del genere. È ciò che resta di Gairo Vecchio, un borgo completamente abbandonato, dal quale nel 1951 i suoi abitanti andarono via per costruirsi nuove case, poco distante. Che cosa accadde e perché il paese fu lasciato così?
Lo sapevate? Perché Gairo Vecchio è stato completamente abbandonato?
Nel cuore dell’Ogliastra c’è un paese abbandonato che ogni anno viene visitato da migliaia di turisti e curiosi: vecchie strade, antichi palazzi, luoghi spettrali e ruderi in mezzo ai quali circolano solo qualche animale e appassionati di luoghi del genere. È ciò che resta di Gairo Vecchio, un borgo completamente abbandonato, dal quale nel 1951 i suoi abitanti andarono via per costruirsi nuove case, poco distante. Che cosa accadde e perché il paese fu lasciato così?
Il nucleo storico del paese (che oggi è chiamato “Gairo Vecchio”) fu semidistrutto da un’alluvione nel 1951, e in seguito venne completamente abbandonato, per ricostruire nuove abitazioni poco più in quota rispetto al borgo semidistrutto e sulla costa.
Il nome Gairo significherebbe ‘terra che scorre’. E l’instabilità del suolo è alla base dei tragici fatti dell’ottobre del 1951.
A Gairo e a Osini, altro centro dell’area della vallata del Pardu, dal 14 al 19 ottobre 1951 si registrò la terribile alluvione, causata dalle piogge durate ininterrottamente oltre quattro giorni.
Tutta l’isola venne investita da fortissime costanti precipitazioni. Nei due paesi montani ogliastrini si registrarono dei gravi e continui movimenti franosi. E da lì iniziò l’evacuazione, che portò all’abbandono di Gairo Vecchio e Osini Vecchio.
I due centri abitati, posti sui lati opposti della vallata del Rio Pardu, vennero ricostruiti più a monte. I gairesi diedero vita a Gairo Sant’Elena, anche se, tante altre famiglie si trasferirono nella zona della piana, vicinissimi al mare, dando vita, dal 1965, a un altro paese: Cardedu. Mentre la frazione di Taquisara ebbe vita dal 1928.
Ancora oggi, sia Gairo Vecchio che Osini Vecchio, definiti da tanti dei paesi fantasma, sono meta di tanti visitatori.
Oggi del vecchio borgo restano gli edifici di granito e scisto legati da fango o malta di calce e sabbia, abbarbicati sulla roccia del monte Trunconi, che domina sulla valle, tra viuzze in selciato collegate da scalette e viottoli. Sui terrazzamenti sorgevano le costruzioni, orizzontalmente, su livelli sfalsati, lungo il pendio.
In quei giorni del 1951, il nucleo originario di Gairo, già provato da mezzo secolo di frane e smottamenti, divenne insicuro per persone e animali.
Le vie si trasformarono in impetuosi torrenti facendo ‘scivolare’ drammaticamente il terreno verso valle. Per ovvie ragioni di sicurezza il borgo fu progressivamente abbandonato: gli ultimi suoi abitanti lasciarono le case nel corso del decennio successivo.
Alcune palazzine avevano tre o quattro piani, oggi in alcune facciate resistono ancora i balconcini in ferro battuto. Dentro le abitazioni ormai sventrate e distrutte dal passare del tempo e dagli agenti atmosferici, si notano ancora, in mezzo alla natura che spiano piano si sta rimpossessando di tutto, caminetti, scale, finestre e pareti, alcune intonacate dipinte d’azzurro. Lì dove ora c’è silenzio e macerie, un tempo la vita di molte famiglie scorreva quotidianamente. Di vivo e attuale ancora qualche orto, ancora curato e qualche vecchia casa, trasformata in stalla o in cantinetta.

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