“Città regie” della Sardegna: ecco quali sono e perché furono chiamate così

In epoca sabauda le città regie cessarono di avere particolari privilegi, ma il titolo fu salvaguardato ed esteso ad altri tre centri abitati, ancora oggi importanti per l'Isola: Nuoro, Ozieri e Tempio.
In Sardegna ci sono dei centri abitati che ancora oggi possono fregiarsi del titolo, ormai meramente onorifico, di “città regie”.
Il riconoscimento risale al periodo della dominazione iberica, precisamente tra le prime decadi del ‘300 e e i primi anni del ‘500. La corona aragonese prima e quella spagnola unificata successivamente, conferivano ai principali centri abitati dei loro possedimenti alcuni importanti privilegi racchiusi da questo titolo. Le città regie facevano capo direttamente alla famiglia reale e si trovavano al di fuori del regime feudale.
Più precisamente questi centri godevano di forme di autogoverno, avevano un vicario o podestà e inviavano i loro rappresentanti nello stamento reale del Parlamento. Erano dotate anche di un Consiglio con dei rappresentanti del popolo, una piccola assemblea molto simile a quella degli odierni Comuni.
Le città regie della Sardegna erano sette. La primissima fu Iglesias, seguita dopo pochi mesi da Cagliari (entrambe nel 1327). A seguire fu la volta di Sassari (1331), Castelsardo (1448), Oristano (1479), Bosa (1499) e Alghero (1501).
In epoca sabauda le città regie cessarono di avere particolari privilegi, ma il titolo fu salvaguardato ed esteso ad altri tre centri abitati, ancora oggi importanti per l’Isola: Nuoro, Ozieri e Tempio.

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