Lo sapevate? Quale è il territorio comunale più grande della Sardegna?

Alla scoperta dei paesi e delle città della Sardegna. Abbiamo visto giorni fa quale fosse il territorio comunale più piccolo dell'Isola, oggi andremo a scoprire il più grande.
Lo sapevate? Quale è il territorio comunale più grande della Sardegna?
Alla scoperta dei paesi e delle città della Sardegna. Abbiamo visto giorni fa quale fosse il territorio comunale più piccolo dell’Isola, oggi andremo a scoprire il più grande.
Con i suoi 546,08 km², Sassari (seconda città della Sardegna per numero di abitanti) è il comune più esteso della regione (al secondo posto Olbia, poi Arbus, Ozieri e Teulada) e il quinto più esteso d’Italia, dopo Roma, Ravenna, Cerignola e Noto. Sassari sorge su un tavolato calcareo declinante a nord-ovest verso il golfo dell’Asinara e la pianura della Nurra, mentre a sud-est il terreno è prevalentemente collinare.
Il territorio urbano e suburbano è caratterizzato da valli e gole che incidono profondamente l’altopiano su cui è adagiata la città. Coltivazioni ortive, oliveti e boschi circondano il centro urbano e costituiscono l’aspetto paesaggistico peculiare di tutto il settore orientale del territorio comunale.
Un’anima medievale ben radicata in una moderna e attiva città europea. Sassari ha un cuore pulsante che ricorda antichi fasti e riporta alle città del nord con il suo mix di quartieri storici e severi edifici ottocenteschi.
Terra di politici (ha dato i natali a Enrico Berlinguer e ai presidenti della Repubblica Antonio Segni e Francesco Cossiga) e roccaforte trecentesca, la seconda città (quinto comune per grandezza del territorio in Italia) della Sardegna (circa 130mila abitanti), sta scoprendo con piacere la sua vocazione turistica.
Città turrita, divenne Comune nel 1294 con la promulgazione degli Statuti sassaresi, leggi fondamentali della storia sarda.
Sino alla fine dell’Ottocento vantava lunghe mura medievali, coordinate da 36 torri troppo frettolosamente abbattute (ora ne rimangono 6). Dove ora sorge la caserma La Marmora (museo della Brigata Sassari) c’era il Castello aragonese, tuttora rimpianto dai sassaresi doc.
Restano i signorili palazzi di rappresentanza (Ducale, Sciuti, di Usini, Giordano, e altri) simbolo di un lontano importante passato, le piazze (il salotto della città è Piazza Italia) e le tante chiese.
Da vedere il Duomo di San Nicola, in stile gotico, con elementi classici e una magnifica facciata barocca, la chiesa di Santa Maria di Betlem, costruita nel Trecento e rimaneggiata all’interno nel XV secolo in stile gotico-catalano, la settecentesca San’Antonio Abate, che custodisce un importante altare barocco, e San Pietro di Silki, il cui primo impianto risale al XII secolo.
Da visitare assolutamente poi, la Fontana del Rosello (sito a pagamento), simbolo di Sassari, edificata nell’omonima vallata che poi ha dato il nome anche al quartiere. Si tratta di un complesso scultoreo tardo-rinascimentale formato da dodici bocche da cui fuoriesce acqua corrente, i mesi, e quattro statue, le stagioni.
Riaperto dopo i restauri, il Museo archeologico Giovanni Antonio Sanna, ospita una importante collezione di reperti rinvenuti nel territorio, con oggetti che spaziano dal periodo prenuragico alle epoche successive.
Sassari è anche città di celebrazioni: la penultima domenica di maggio si svolge la Cavalcata Sarda, sfilata di costumi tradizionali, mentre il 15 agosto è il giorno della Discesa dei Candelieri, processione di giganteschi e monumentali ceri di legno portati a spalla lungo le vie, sino alla chiesa di santa Maria di Betlem, per sciogliere il voto alla Vergine che, secondo la leggenda, liberò la città dalla peste.
Nel centro storico sarà piacevole perdersi tra le tante viuzze e piazzette che rendono caratteristica la città, curiosare tra botteghe ed eleganti negozi, e assaggiare la fainè (o farinata di ceci), una torta salata molto bassa, preparata con farina di ceci, acqua, sale e olio extravergine di oliva.

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